Accordo Ilva, crisi Venezuela, migranti Diciotti, Libia, Papa in Lituania, Rosario Livatino

Il riepilogo delle principali notizie dall'Italia e dal mondo a cura dell'agenzia Sir.

Accordo Ilva, crisi Venezuela, migranti Diciotti, Libia, Papa in Lituania, Rosario Livatino

Accordo Ilva: mons. Santoro (Taranto), “punto di partenza per un nuovo corso”

“L’accordo firmato questa mattina a Roma per la cessione di Ilva deve rappresentare per la città di Taranto un punto di partenza per un nuovo corso che guardi al futuro facendo tesoro degli errori passati, e mi riferisco a quelli della prima privatizzazione”. Lo afferma mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, nel giorno dell’accordo che consegna Ilva ad Arcelor Mittal. “Sicuramente – prosegue Santoro riferendosi al malcontento di chi voleva la tutela della salute con Ilva chiusa – non mancheranno la delusione e il risentimento di tanti per le promesse mancate, ma le soluzioni non sono mai facili né gratuite. Ho sempre sostenuto che l’Ilva dovesse essere profondamente trasformata garantendo la salute ai lavoratori, a tutti i tarantini e l’occupazione ai dipendenti diretti e a quelli dell’indotto senza esuberi, mantenendo i diritti acquisiti. L’aspetto fondamentale da difendere è stato ed è la difesa della vita, della salute e del lavoro”. Sin dal 2013, aggiunge, “abbiamo sostenuto la necessità di profonde innovazioni tecnologiche che rendessero possibile, come accade in altri Paesi, una produzione compatibile con la difesa della salute e dell’ambiente. Questi punti sono stati sottoscritti ed approvati. Questo è un fatto positivo. Così si è posto fine ad un clima di incertezza che gravava su tutta la nostra società e che ha monopolizzato e polarizzato il confronto, non di rado avvelenandolo”.

Venezuela: Marquez (Caritas), “povertà estrema spinge le persone al suicidio”

“Quando incontriamo le persone nelle comunità ci raccontano per prima cosa le morti per suicidio, sia tra chi rimane, sia tra chi emigra all’estero”: pur non avendo statistiche la direttrice di Caritas Venezuela Janeth Marquez mette in evidenza al Sir un nuovo drammatico fenomeno che sta affliggendo la popolazione venezuelana, stremata da una crisi umanitaria senza precedenti. Molti non ce la fanno a reggere il peso della povertà e delle difficoltà e si suicidano: “Solamente questa settimana sono morti due giovani, suicidi per depressione”. L’87% delle famiglie venezuelane sono povere. L’iperinflazione ha raggiunto cifre impensabili: con un salario minimo mensile non si riesce nemmeno a comprare un cartone di uova. Entro fine anno, secondo stime del Fondo monetario internazionale, raggiungerà 1 milione %. “Il 36% delle famiglie ha dovuto vendere beni di famiglie per comprare cibo”, aggiunge Marquez. Oltre 4 milioni di persone vivono fuori dal Venezuela, di cui 2 milioni e 300mila fuggiti negli ultimi due anni verso i Paesi confinanti. Ma gli ultimi arrivati incontrano restrizioni e una crescente xenofobia.

Nave Diciotti: 50 profughi andati via dalle strutture di accoglienza. Bassetti, “scelta imprudente, temo per loro”

“Sono profondamente dispiaciuto per l’allontanamento di alcuni profughi da Rocca di Papa. So con quanto amore e premura erano stati accolti dalla Caritas, ci siamo veramente sentiti di fare per loro tutto ciò che facciamo per i nostri poveri. E ora temo per la loro sorte”. Lo ha affermato il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, in un’intervista rilasciata ad Avvenire, esprimendo preoccupazione per i 50 migranti soccorsi dalla nave Diciotti, che avrebbero deciso di allontanarsi in modo volontario dalle strutture di accoglienza. “Ci sono tante espressioni di malavita nella nostra società, pronte a sedurli come specchietti per le allodole. E anche questo mi fa paura – sostiene il porporato –. Ma rispetto la loro scelta anche se la ritengo in parte assurda”. Il presidente della Cei ribadisce di non aver “nulla da rimpiangere circa quanto abbiamo fatto per accoglierli e toglierli dalla nave Diciotti”. Secondo il cardinale, “l’allontanamento non è la soluzione migliore”. Eppure “sono persone libere, non possiamo andare oltre certi tipi di assistenza. Non possiamo chiamare i carabinieri in modo da farli vigilare perché non scappino. Se facessimo così, li metteremmo nelle stesse condizioni di quand’erano chiusi nella nave”. Il presidente della Cei è consapevole che queste persone “non sono venute per restare in Italia”, ma “desiderano raggiungere i loro parenti, mete diverse, oppure seguire altri sogni”. “In questo momento la loro scelta di allontanarsi la ritengo un’imprudenza, ma devo anche capire che se lo hanno fatto avevano dei motivi, non è certo perché li abbiamo angariati o trattati male”.

Libia: Moavero Milanesi, “una conferenza di pace in Italia a novembre”

“Ci è stato chiesto dalla Francia, oltre che dal presidente degli Stati Uniti Trump, di organizzare una conferenza sulla Libia in Italia, che possiamo definire di pace, per far parlare le parti in causa. La pensiamo nel mese di novembre”. Lo ha annunciato il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, intervenendo oggi all’audizione in Parlamento sulla situazione in Libia e sull’impegno dell’Italia. “Includeremo – ha aggiunto – non solo i Paesi più direttamente interessati e confinanti, ma anche la Cina, Stati uniti e le varie Unioni, Unione europea, quella africana, Lega Araba, Nazioni Unite e svariati altri Paesi”. Per quanto riguarda il luogo in cui si dovrebbe svolgere, l’ipotesi del Governo è quella di “organizzarla in Sicilia”. L’obiettivo indicato dal ministro, “favorire l’attuazione del piano d’azione Onu e la creazione di condizioni politiche e legislative di sicurezza che permettano lo svolgimento delle elezioni entro la fine dell’anno”.

Migranti: Consiglio d’Europa, “nonostante le sfide poste dai flussi, la Spagna dovrebbe garantire l’accesso effettivo all’asilo anche a Melilla e Ceuta”

(Strasburgo) “Ogni persona che arriva in Spagna, comprese quelle che saltano le barriere ai confini di Melilla e Ceuta, dovrebbero essere protette contro il rimpatrio e le espulsioni collettive e avere la reale possibilità di accedere a una procedura d’asilo efficace ed equa”: lo afferma il Rappresentate speciale del Segretario generale per le migrazioni e i rifugiati del Consiglio d’Europa, l’ambasciatore Tomas Bocek, in un rapporto pubblicato oggi. Bocek elogia le condizioni di accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo nella Spagna continentale e il sostegno offerto dalle autorità per l’apprendimento della lingua spagnola, poi però evidenzia che “le strutture di accoglienza a Melilla e Ceuta, comprese quelle per i minori non accompagnati, sono sovraffollate. Decine di minori non accompagnati a Melilla e Ceuta sono uscite dal sistema di protezione, vivono nelle strade e cercano di salire a bordo di navi per raggiungere il continente”. Il Rappresentante speciale ha sottolineato inoltre la necessità di ridurre l’accumulo di richieste d’asilo e di porre rimedio ai ritardi nelle procedure d’asilo. Per il Rappresentante speciale, “è possibile adottare misure che consentano di conciliare i controlli alle frontiere e la sicurezza da una parte e la protezione dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati dall’altra, nel rispetto delle norme del Consiglio d’Europa”.

Lituania: mons. Grusas (presidente vescovi) sulla visita del Papa, “sostegno della Santa Sede per l’indipendenza dei Paesi baltici”

“Gli Stati baltici di Lituania, Lettonia ed Estonia stanno festeggiando il 100° anniversario della loro dichiarazione di indipendenza. Questa celebrazione è anche un tempo di riflessione sul dono della libertà, così come sul costo della libertà. Questo dono esige da noi di lavorare per il bene comune e per la pace”: mons. Gintaras Grusas, arcivescovo di Vilnius e presidente della Conferenza episcopale lituana, riflette sull’importante anniversario nazionale e apre l’orizzonte alla prossima visita che Papa Francesco renderà agli Stati baltici. “Settembre – scrive in un editoriale su www.europe-infos.eu, pubblicato anche dal Sir – segna anche il 25° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II negli Stati baltici, una visita importante che ha dato coraggio a questi tre Paesi all’inizio del loro nuovo viaggio come repubbliche indipendenti. Il Papa aveva parlato delle sfide che ci attendevano rispetto alla riconciliazione e alla ricostruzione di una società che aveva molto sofferto”. “Per volontà della Divina Provvidenza, a settembre Papa Francesco verrà in visita da noi. E la sua presenza servirà a rafforzare il sostegno indefesso della Santa Sede per l’autodeterminazione di questi piccoli Paesi e, ancora una volta, a portare speranza alle persone che affrontano oggi le sfide della libertà”.

Rosario Livatino: card. Montenegro (Agrigento), “il 3 ottobre si conclude la fase diocesana del processo di canonizzazione”

“Il 3 ottobre si concluderà la fase diocesana del processo di canonizzazione del giudice Rosario Angelo Livatino”. Con queste parole questa mattina l’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro, ha dato l’annuncio della data della chiusura della fase diocesana del processo di canonizzazione del giudice Rosario Angelo Livatino. Ricordandone la figura di integerrimo amministratore della giustizia compito che svolgeva come vocazione. “Un uomo – ha ricordato il card. Montenegro, tracciandone la figura – che ha vissuto la vita in modo buono e la sua morte è sintomo di una vita buona vissuta alla luce del Vangelo e ‘sub tutela Dei’. Lui accanto ai codici del suo lavoro di magistrato teneva sulla scrivania anche il Vangelo, facendo comprendere che tra il suo lavoro e la sua fede non vi era alcuna separazione”.

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Fonte: Sir