L’ora della Costituzione. Una guida sicura nei giorni amari di questo inizio ottobre
Se la politica non è in grado di offrire risposte credibili alle sfide è la coscienza di un popolo che si riconosce nella Costituzione ad essere chiamata alla prova.
Sono venuti segnali più che inquietanti dalle manifestazioni di violenza di sabato 9 ottobre e, pur su altro livello, lasciano pensierosi anche quelli venuti pochi giorni prima dalla consistente rinuncia all’esercizio del diritto-dovere di voto. L’affluenza alle urne per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre ha segnato un consistente calo rispetto alle precedenti consultazioni del 2016. In totale, solo il 54,7% per cento degli aventi diritto è andato ai seggi, contro il 61,58 per cento del 2016 (ma si votava in un solo giorno). Un crollo si è registrato soprattutto nelle grandi città e in Calabria dove si sono tenute le elezioni regionali. Non sono mancati commenti e analisi ma è evidente la necessità di un approfondimento delle motivazioni.
Il segnale di fragilità culturale e democratica che è venuto dal non voto e pochi giorni dopo in misura esponenziale da minoranze violente pone domande a tutti i cittadini e attende risposte all’altezza del rischio che la tenuta democratica sta correndo in un momento in cui la pandemia è ancora in campo. E neppure si può lasciare sola la magistratura nella condanna e nella punizione degli autori dello scempio compiuto a Roma.
Se la politica non è in grado di offrire risposte credibili alle sfide è la coscienza di un popolo che si riconosce nella Costituzione ad essere chiamata alla prova.
I valori e gli ideali che nella Carta fanno la differenza tra una massa e una comunità hanno ancora un senso? La Costituzione che li raccoglie e li traduce in linee di giustizia, di democrazia, di solidarietà, di dignità ha ancora la forza e la capacità di essere riferimento condiviso anche nel tempo della complessità e dell’incertezza? È sufficiente affermare che la politica delude per giustificare il “non voto”?
Oggi ci sono più domande che risposte anche perché non molto altro consente quello che è accaduto nei giorni scorsi nel nostro Paese e nella sua Capitale.
E’ la Costituzione, nata dopo un tempo di violenza, di violazione dei diritti umani e di indifferenza o rassegnazione al male, a indicare anche oggi le strade della coesione e della corresponsabilità sociale, della democrazia, del bene comune.
Questa eredità che i padri costituenti hanno lasciato alle generazioni successive chiede di essere amata, vissuta, resa generativa di giustizia e di solidarietà proprio nei momenti più difficili, nei momenti nei quali è forte in molti la tentazione di chiedersi a difesa di sé stesso e del proprio gruppo.
È da una Carta fatta vita e pensiero che viene la risposta all’indifferenza, alla rassegnazione alla violenza di chi nulla ha imparato o vuole imparare dalla storia e quindi nulla ha da dire sul futuro. Oggi più che mai è l‘ora della Costituzione.