Gmg2023. Quando i disagi fanno da catechesi: Parola di Dio ed Eucarestia tra gli incontri dei giovani padovani
La Giornata Mondiale della Gioventù, iniziata a Lisbona il 1° agosto, è prima di tutto esperienza di fede. Tra i gruppi arrivati con la Diocesi di Padova c’è il cosiddetto gruppo “Nomadi”, composto da giovani provenienti da zone diverse e da storie diverse. La giornata è iniziata con l’ascolto del Vangelo del giorno, con un tempo di silenzio in cui far risaltare le risonanze di provocazioni e di domande.
Sorella Francesca Vinciarelli delle discepole del Vangelo spiega: «È stato bello perché iniziare la giornata dalla Parola di Dio ci aiuta a rimettere al centro la relazione con Lui, con la persona di Gesù, che ci ha portato qui in tanti modi diversi». Elena, 26 anni, del gruppo “Nomadi” racconta: «Le prime parole che mi vengono in mente sono cammino, accoglienza, fratellanza, condivisione, emozione, brividi e abbracci. Mi permetto di descrivere il tutto rivedendo l’acronimo GMG con “i giovani mettono gioia”. Ciascuno di noi è venuto qui rispondendo ad un perché, spinto da qualcosa, qualsiasi cosa. È questa la forza e la bellezza da cui partire. Lasciamo che risuoni in noi questo perché, perché sono qui, che senso do alla mia presenza, qual è il futuro che immagino: proviamo a costruirlo da oggi. Mi auguro che questa esperienza possa far spazio a pensieri, riflessioni, domande ma anche qualche risposta e conferma che oggi è necessaria sulla bellezza e la forza di essere cristiani». Mattia, 24 anni, conferma il contrasto tra il momento di silenzio e di immersione nella Parola di Dio e l’ingresso rumoroso a Lisbona, coacervo di tutte le lingue del mondo: «Mi ha colpito l’accoglienza calorosa della città. Ci hanno dato il benvenuto come se fossimo portoghesi anche noi». Altro gruppo, altra esperienza. Antonio Martini di Villafranca non nasconde i tanti disagi affrontati per raggiungere la messa al parco Eduardo VII. Ma anche i disagi hanno avuto il loro senso: «Dalla predica del cardinale mi ha colpito il valore della fretta. Non una fretta ansiosa, ma una fretta che porta all’incontro, che porta il giovane e il cristiano a mettersi in gioco, valorizzando le sue caratteristiche e incontrando l’altro nella sua semplicità». È la prima GMG per Antonio. A colpirlo non solo le folle oceaniche, ma i piccoli gesti: «Alla messa mi hanno colpito la delicatezza e l’intimità con cui persone di popoli diversi si accingevano all’Eucarestia. Mi è piaciuto vedere gesti, movimenti e stili di persone diverse». In questi mille modi di rapportarsi al mistero di Cristo Eucarestia, ripensando alle parole del Cardinale, Antonio conclude: «In questi giorni è importante trasformare l’ansia dovuta alla fretta della carica di gente, dei problemi organizzativi, dell’ansia di non perdersi gli eventi a una fretta che invece dovrebbe contraddistinguerci nell’incontrare chi abbiamo accanto e di tornare a casa con entusiasmo».