Ue-Balcani occidentali: dichiarazione finale, allargamento legato a riforme ma omesso il cronoprogramma. Richiami su libertà di stampa e migrazioni
“L’Ue ribadisce il suo inequivocabile sostegno alla prospettiva europea del Balcani occidentali” come anche il proprio “impegno per il processo di allargamento”, “fatto in base a riforme credibili dei partner, su una condizionalità equa e rigorosa e sul principio del merito”.
Lo si apprende dalla dichiarazione di Brdo approvata dai leader al vertice Ue-Balcani occidentali, svoltosi in Slovenia oggi. Inoltre i partner dei Balcani dovranno confermare il loro favore “per il primato della democrazia, dei diritti e valori fondamentali dello Stato di diritto” dopo “una efficace attuazione delle riforme necessarie e dal conseguimento di solidi risultati sostenuto da una comunicazione pubblica chiara e coerente”. Viene auspicata anche “una società civile autonoma e mezzi di comunicazione indipendenti e pluralistici”, viste le ultime posizioni dei Paesi balcanici nelle classifiche di libertà di stampa.
Senza menzionare i partner alternativi nella zona come Russia, Cina e Turchia, il documento finale afferma l’Ue come “il partner più stretto, il maggiore investitore e il principale donatore della regione”. Per questo il cospicuo sostegno di 30 miliardi di euro del piano economico e di investimenti dovrà essere “pienamente riconosciuto e veicolato” dai 6 Paesi balcanici: Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia, “nella loro comunicazione e nei dibattiti politici”. Si afferma inoltre che “il sostegno dell’Ue continuerà ad essere legato al conseguimento di progressi tangibili in materia di Stato di diritto e riforme socioeconomiche nonché all’adesione dei partner ai valori, alle regole e agli standard europei.
Nella dichiarazione di Brdo sono menzionati anche l’accordo di Prespa tra Macedonia del Nord e il trattato sulle relazioni di buon vicinato di Skopje con la Bulgaria, la cui attuazione rimane importante. Sul tema ha parlato anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, affermando “che la mancanza di una decisione per l’apertura dei negoziati con la Macedonia del Nord e l’Albania sta mettendo a repentaglio la nostra posizione e la nostra influenza nella regione”.
Il primo ministro sloveno, Janez Jansa, invece ha menzionato – durante la conferenza stampa finale – la richiesta della presidenza slovena di inserire un termine di tempo, il 2030, per completare il processo di adesione all’Ue dei 6 Stati dei Balcani occidentali; richiesta che non è stata approvata. “Sono sicuro – ha chiosato – che la maggior parte dei membri Ue era d’accordo che nel prossimo decennio ci saremmo concentrati sull’adesione”. Alla fine della dichiarazione si parla anche di immigrazione e Afghanistan. “Data la gravità della situazione in Afghanistan – si legge – l’Ue lavorerà a stretto contatto con tutti i suoi partner, compresi i Balcani occidentali, per affrontare le sfide in evoluzione e, se del caso, coordinare risposte congiunte”. Si riafferma inoltre il dialogo politico regolare con i Balcani e il prossimo summit viene fissato nel 2022.
Iva Mihailova