Salute: Ufficio Italia Parlamento europeo, “nuova frontiera in cui l’Ue deve integrarsi di più”

L’Ufficio del Parlamento europeo in Italia, in collaborazione con la rappresentanza della Commissione europea e con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha organizzato questa mattina a Roma, negli spazi di Esperienza Europa – David Sassoli in piazza Venezia, il convegno dal titolo “La tutela della salute a livello europeo: una scommessa per il futuro”.

Salute: Ufficio Italia Parlamento europeo, “nuova frontiera in cui l’Ue deve integrarsi di più”

Tanti i nomi intervenuti per raccontare l’esperienza della sanità in Europa, tutti concordi nel guardare alla pandemia di Covid-19 come momento centrale che ha messo in mostra pregi e difetti di un sistema che, per essere gestito al meglio, avrebbe bisogno di maggiore centralità europea, con cessione della sovranità in materia di salute da parte degli stati membri. “La salute è una delle nuove frontiere nella quale l’Ue deve integrarsi di più”, le parole di Carlo Corazza, rappresentante in Italia del Parlamento europeo, alle quali hanno fatto eco quelle di Antonio Parenti, direttore della rappresentanza in Italia della Commissione europea, e del ministro della Sanità italiano Orazio Schillaci, che in videomessaggio ha dichiarato “stiamo lavorando alla totale implementazione del fascicolo elettronico”.

Proprio i dati sono stati uno degli argomenti al centro del dibattito. In particolare, lo è stata la difficoltà nel rispettare le garanzie di trattamento senza violare le norme legate ai diritti personali, ma anche la governance, la formazione del personale sanitario e l’educazione dei pazienti. Ha sottolineato il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli; “Bisogna fare uno sforzo per tenere al centro i temi della politica della salute”. “Piano europeo sanitario è completamente diverso da caleidoscopio di ogni Paese membro”, le parole di Sandra Gallina, direttrice generale Dg Sante Commissione europea, che ha fatto notare come, grazie alle nuove norme, non sarà più necessario attendere per 3 mesi il parere dell’Oms prima di poter dichiarare una eventuale pandemia. Il disallineamento riscontrato durante la pandemia ha fatto muovere la Commissione verso una uniformazione, rilanciando il valore della sorveglianza sul territorio per riportare informazioni – ha rilevato Gallina che ha aperto il discorso anche al tema dei finanziamenti, che offre la possibilità di portare avanti progetti, come “L’Europa batte il cancro”, e la resistenza antimicrobica per la quale è in itinere la realizzazione di task force specifiche negli ospedali. “Abbiamo una pandemia, visto che ogni anno muoiono 50mila persone in Europa a causa della resistenza antimicrobica”, ha dichiarato Matteo Bassetti, direttore Clinica malattie infettive Policlinico San Martino Genova, evidenziando l’importanza di un Piano pandemico europeo, così come di una formazione ed educazione aggiornata.

“Bisogna creare professionisti della salute molto adattivi”, le parole di Antonio Gasbarrini, preside facoltà di Medicina e chirurgia Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha fatto notare l’importanza della medicina d’emergenza, richiamando la solidarietà come punto centrale del sistema sanitario nel quale i medici devono operare curando i pazienti, ascoltandoli. “Il Servizio sanitario italiano è fortemente sotto finanziato al confronto con quelli in Europa”, ha dichiarato Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe, che ha calcato la mano sulla differenza tra nord e sud in Italia, aprendo il discorso anche alla privatizzazione. Sono intervenuti al convegno, moderato da Flavia Giacobbe, anche Nicoletta Luppi, vice presidente di Farmindustria, Domenico Mantoan, direttore generale Agenas, Marina Zanchi, direttore HaDEA, assieme agli eurodeputati Salvatore De Meo, PPE-FI, Brando Benifei, S&D-PD, Anna Bonfrisco, ID-Lega, e Fabio Massimo Castaldo, NI-M5S.

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Fonte: Sir