Rosarno, Medu: “Meno braccianti nella Piana ma condizioni restano critiche”

In due mesi, il team della clinica mobile ha assistito in totale 94 persone tra visite mediche e assistenza legale, effettuando 80 visite mediche e 63 colloqui legali. Il 92% delle persone assistite era regolarmente soggiornante a fronte dell’8% di irregolari

Rosarno, Medu: “Meno braccianti nella Piana ma condizioni restano critiche”

Alla fine della stagione agrumicola 2023 non più di 500 lavoratori erano presenti nella Piana  di Gioia Tauro. Rispetto agli anni passati c’è una drastica diminuzione del numero di presenze, in parte attribuibile ai lunghi tempi di attesa per il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno presso la Questura di Reggio Calabria e il Commissariato di Gioia Tauro e fattori climatici avversi che hanno determinato un netto calo della produzione agrumicola e una riduzione del raccolto. Lo sottolinea in una nota Medici per i Diritti Umani (MEDU) che ha operato nella Piana di Gioia Tauro nell’ambito del progetto “Campagne aperte: laboratorio di pratiche territoriali per promuovere dignità di vita e di lavoro”. Il progetto, attivo da dieci anni, si pone l’obiettivo di rafforzare i processi di affrancamento dallo sfruttamento lavorativo e dall’isolamento sociale dei lavoratori agricoli stranieri nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Durante i primi due mesi di attività (aprile-maggio 2023) il team della clinica mobile - composto da una coordinatrice, un medico, un operatore socio-legale, un mediatore culturale e un logista - ha operato presso i diversi insediamenti precari dove vivono i braccianti agricoli, per lo più stagionali, fornendo prima assistenza medica e orientamento socio-legale e sanitario.

Gli insediamenti che hanno ospitato il maggior numero di braccianti sono stati, come negli anni passati, la Tendopoli di San Ferdinando, il campo container di Testa dell’Acqua a Rosarno e il casolare di contrada Russo a Taurianova. In tutti, MEDU ha riscontrato condizioni estremamente critiche, caratterizzate da strutture fatiscenti o baracche costruite con materiali di risulta, isolamento rispetto ai centri abitati, servizi igienici assenti, non funzionanti o insufficienti, mancanza o carenza di energia elettrica e di acqua, sovraffollamento, mancanza di un sistema di smaltimento dei rifiuti, pericoli derivanti da possibili cortocircuiti e dai fuochi improvvisati, accesi dai braccianti per riscaldarsi durante i mesi invernali.

In due mesi, il team della clinica mobile ha assistito in totale 94 persone tra visite mediche e assistenza legale, effettuando 80 visite mediche e 63 colloqui legali. Il 92% delle persone assistite – tutti giovani uomini provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana occidentale - era regolarmente soggiornante a fronte dell’8% di irregolari. Solo il 15% delle persone assistite aveva un permesso di soggiorno per lavoro subordinato o stagionale, gran parte dei lavoratori disponeva invece di un permesso di soggiorno per richiesta asilo (39%), protezione sussidiaria (22%), protezione speciale (22%). L’1% era titolare dello status di rifugiato e un ulteriore 1% di un permesso di soggiorno per attesa occupazione. 

Le politiche e le misure adottate negli ultimi mesi dal nuovo potere esecutivo – in particolare il cosiddetto “Decreto Cutro” - hanno contribuito ad una crescente precarizzazione delle condizioni giuridiche di migranti, richiedenti asilo e rifugiati dal momento che stabiliscono criteri sempre più restrittivi per l’ottenimento e il rinnovo di alcune tipologie di permesso di soggiorno.

Quanto alle condizioni abitative, nonostante negli ultimi anni si siano susseguite dichiarazioni di intenti e iniziative istituzionali volte al “superamento degli insediamenti informali” - finanziamenti nazionali ed europei, Piani di azione, Protocolli di intesa, tavoli programmatici - l’ennesima stagione agrumicola si è conclusa senza alcun concreto miglioramento oggettivo delle condizioni abitative e di vita dei lavoratori agricoli stranieri.  Le novità più recenti riguardano la realizzazione del “Borgo Sociale”, in Contrada Russo (Comune di Taurianova) e del il “Villaggio della Solidarietà”, a Rosarno, in un bene confiscato alla mafia. Ad oggi però, nonostante i lavori siano stati ultimati, entrambe le strutture restano chiuse.  A fronte dei ritardi e della timidezza delle iniziative istituzionali, a gennaio 2022, ha infatti aperto i battenti l’ostello “Dambe So”, su iniziativa del progetto Mediterranean Hope, della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI).

Le condizioni di lavoro, in leggero miglioramento dal punto di vista della retribuzione giornaliera (tra i 45 € e i 50 € per 8 ore di lavoro in media), rimangono comunque caratterizzate nella maggior parte dei casi da irregolarità contrattuali e contributive, con il lavoro grigio che rappresenta la norma e il lavoro nero ampiamente diffuso. 

Solo il 43% delle persone assistite era in possesso di una tessera sanitaria valida. Fattori quali la complessità delle procedure burocratiche, barriere linguistiche in assenza di mediatori culturali, carenze strutturali dei servizi, dovute alle limitate risorse economiche e di personale, isolamento dei luoghi di dimora dei braccianti, in assenza di trasporti pubblici, condizioni di indigenza diffuse, che impediscono a molti braccianti di contribuire, nei casi in cui è richiesto, alla spesa sanitaria ostacolano un effettivo accesso alle cure.  Le problematiche del sistema sanitario regionale, già rilevanti negli anni passati, restano gravi, con la Calabria che si conferma nel 2022 come la regione meno efficiente d’Italia. Il quadro epidemiologico generale conferma la stretta correlazione tra le condizioni di salute e le condizioni igienico-sanitarie, lavorative e abitative in cui vive la popolazione bracciantile della Piana.  Per quanto riguarda le patologie riscontrate, si conferma la prevalenza di patologie dell'apparato osteo-articolare (nel 22% dei casi) e dell’apparato digerente (12% dei pazienti).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)