Richiedenti asilo, “serve un cambio di passo delle politiche europee in tema di migrazione”

Appello ai parlamentari europei e alle forze politiche italiane da parte di un gruppo di organizzazioni. “Abbiamo provato ad evitare l’approvazione del Patto Migrazione e Asilo, una riforma che mette in serio pericolo l’esistenza e l’esercizio stesso del diritto di asilo. Non ci siamo riusciti. Il Parlamento Europeo, seppure con una maggioranza risicata, il Patto Migrazione e Asilo lo ha scelleratamente adottato”. Le proposte

Richiedenti asilo, “serve un cambio di passo delle politiche europee in tema di migrazione”

“L'Unione Europea si trova ad affrontare uno dei momenti più spinosi della sua storia. Tra i tanti temi che animano le preoccupazioni della società civile ricorre la questione ancora irrisolta delle politiche di accoglienza e protezione per chi chiede asilo, con scelte adottate nel corso della scorsa legislatura che appaiono inutilmente vessatorie e persecutorie verso chi fugge da persecuzioni, guerre, violenze generalizzate, disastri climatici che provocano carestie, desertificazione, povertà estrema”. Inizia così l’appello ai parlamentari europei e alle forze politiche italiane da parte di “Road Map per il diritto d’asilo” e “Libertà di movimento”, reti di organizzazioni (tra cui Cnca, EuropAsilo, Refugee Welcome Italia, Mediterranea, Recosol, Resq) che spiegano: “Siamo una rete di associazioni impegnate nell'accoglienza, nella promozione dei diritti sanciti da leggi e convenzioni internazionali, nel salvataggio in terra e in mare, nel sostegno a chi giunge nell'Unione Europea alla ricerca di un luogo dove vige lo Stato di diritto e dove poter costruire in sicurezza la propria vita. Con un lungo percorso di consultazione e denuncia svolto con la Road Map per il Diritto D’asilo e la Libertà di Movimento, abbiamo provato, con ogni possibile sforzo, ad evitare la approvazione del Patto Migrazione e Asilo, una riforma che mette in serio pericolo l’esistenza e l’esercizio stesso del diritto di asilo, Non ci siamo riusciti.

Il Parlamento Europeo, seppure con una maggioranza risicata, il Patto Migrazione e Asilo lo ha scelleratamente adottato. Non per questo intendiamo fermarci. Siamo invece determinati a rafforzare l’impegno collettivo di fronte a quello che consideriamo un colossale errore politico europeo, sia di contenuti, sia di strategie”.

Le colpe delle politiche europee

Continuano le associazioni nell’appello: “Migliaia di morti nel mar Mediterraneo, nell'Oceano Atlantico, sulla rotta balcanica sono il frutto di politiche che, invece di realizzare vie sicure e legali di accesso all’Europa, e di costruire un autentico ed efficace sistema di accoglienza ed integrazione nel riconoscimento della inevitabilità strutturale dei movimenti umani, percorrono la scorciatoia dei muri sempre più alti per fermare, a qualsiasi costo, i flussi migratori. Militarizzare le frontiere e fornire mezzi ed attrezzature e personale alla agenzia più costosa dell'Unione, Frontex, la fortezza Europa crede di rispondere e governare i fenomeni più sistemici della contemporaneità. Tuttavia così facendo, affossa sé stessa – continuano -. Crediamo fermamente in un sistema europeo comune di asilo come quadro giuridico e politico essenziale per garantire il rispetto delle carte fondative dell’Europa, la condivisione delle responsabilità, la solidarietà tra gli Stati membri e la protezione delle persone in cerca di asilo nella Ue. Serve più ascolto della società civile e più rispetto dei diritti fondamentali di cui l’Europa si vanta di essere storicamente depositaria. Per questo, in vista dell’avvio della nuova legislatura, reiteriamo il nostro appello ad un cambio di passo delle politiche europee in tema di migrazione e asilo che metta al centro la tutela dei diritti e della dignità delle persone migranti e rifugiate e che si basi sulle seguenti azioni”

Le richieste

Questi sono i punti della piattaforma.

1. Rafforzare ed incrementare le vie di accesso sicure e legali in Europa, e garantire l’accesso al territorio europeo per chi cerca protezione. “Aggiornare il codice dei visti in modo da rendere più semplice ottenere visti per studio, lavoro e ricerca lavoro; favorire i ricongiungimenti familiari e ampliare la platea di chi può accedervi”;

2. Fermare l’uso della detenzione amministrativa per le persone richiedenti asilo. “Migliaia di uomini e donne, inclusi minori, vengono detenuti senza aver commesso alcun reato – affermano le associazioni -. Il ricorso alla detenzione amministrativa è destinato a diventare la norma con l’entrata in vigore del nuovo Patto Europeo su Migrazione e Asilo, che introduce l’uso generalizzato delle procedure di frontiera. La privazione della libertà personale è una pratica disumana e disumanizzante, che causa gravi danni alla salute mentale e fisica delle persone, nonché alla credibilità giuridica di chi la esercita. Esigiamo che si ponga fine all’utilizzo della detenzione amministrativa in ambito migratorio, e che nel contempo siano chiusi i centri esistenti, come i CPR, e i centri di trattenimento di fatto come gli hotspot”.

3. Interrompere i programmi di realizzazione di strutture di detenzione per migranti e rifugiati in stati terzi (come nel caso dell’Italia con l’Albania) che costituiscono una inquietante deriva autoritaria di segregazione delle persone e di compressione dei loro diritti fondamentali;

4. Promuovere il pieno rispetto del diritto di asilo. “Il ricorso diffuso alla procedura accelerata di frontiera, che impone un esame sommario delle domande di asilo, basato principalmente sulla provenienza geografica delle persone, è una seria minaccia al pieno esercizio del diritto di asilo e rischia d causare respingimenti verso Paesi non sicuri. La procedura ordinaria di esame della domanda di asilo, che prevede l’accesso al territorio e accoglienza, deve tornare ad essere la norma. Parimenti, va fermato l’utilizzo strumentale della ambigua nozione di “paese terzo sicuro” con la quale si vorrebbe rinviare il maggior numero possibile di richiedenti asilo già arrivati in Europa in paesi con i quali non hanno alcun reale legame e che non sono in grado di offrire loro adeguata protezione”;

5. Creare un dispositivo trasparente di monitoraggio sugli accordi stipulati dall’Unione europea con Paesi terzi, in modo da garantire scrutinio pubblico e rispetto dei diritti fondamentali. “Occorre verificare che gli aiuti allo sviluppo e il sostegno economico a Paesi terzi da parte dell’UE siano doverosamente subordinati al rigoroso rispetto dei diritti umani e non più vincolati all’impegno dei Paesi terzi nel contrastare i flussi migratori”;

6. Istituire una missione di soccorso europea, come da Risoluzione 2023/2787(RSP) votata a luglio del 2023 dal Parlamento europeo. “Nella nuova legislatura, questo proposito deve tradursi in un impegno concreto che porti all’istituzione di un’operazione strutturata di ricerca e soccorso nel Mediterraneo coordinata e finanziata dall’Ue”;

7. Orientare le politiche degli Stati Europei verso la costruzione di un sistema unico di accoglienza diffusa a misura di persone, con unità abitative di piccole dimensioni, integrate nei territori, in cui le persone abbiano un ruolo da protagoniste nel loro percorso verso l’autonomia e non siano più relegate al ruolo di passivi beneficiari all’interno di centri di accoglienza spesso di grandi dimensioni e geograficamente isolati;

8. Abolire l’agenzia Frontex che, nella sua attuale configurazione e mandato, ha prodotto enormi distorsioni. “Le frontiere europee sono diventate sempre di più luoghi di violenze, abusi e sistematiche violazioni delle stesse leggi fondamentali dell'Unione anche a causa dell’operato di tale agenzia. La modalità di controllo comune delle frontiere esterne dell’Unione va profondamente rivista e vanno istituiti efficienti sistemi di monitoraggio sul rispetto dei diritti fondamentali di coloro che si trovano alle frontiere europee”;

9. Assicurare che l’implementazione del Patto migrazione e asilo, sia rigorosamente aderente agli standard internazionali in materia di tutela del diritto di asilo e di diritti umani delle persone in movimento, soprattutto per quanto riguarda l'applicazione dei regolamenti screening e procedure;

10. Operare, in ambito italiano, una totale inversione delle attuali politiche e delle prassi amministrative per mettere al centro dell’agenda politica azioni che tutelino le persone migranti dallo sfruttamento e dalla precarietà di soggiorno, che tutelino il diritto d’asilo e l’accesso alla accoglienza oggi fortemente messa in discussione dalle scelte del Governo. “Tale cambiamento – concludono le associazioni nell’appello - deve prevedere un superamento dell’attuale sistema del ‘decreto flussi’ che genera insicurezza, illegalità e marginalità sociale dei lavoratori stranieri e nella cornice più generale della ‘smilitarizzazione’ delle politiche migratorie crediamo che queste ultime possano e debbano rientrare nelle competenze del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Alle logiche securitarie bisogna contrapporre con determinazione la logica dell'accoglienza e della tutela dei processi positivi di inclusione, garantendo la libertà di movimento e la difesa dei diritti nelle comunità accoglienti”.

“Come coalizione impegnata a promuovere il diritto d’asilo e la libertà di movimento vigileremo con continuità e competenza ogni singolo passo che l’Unione Europea e i suoi membri compiranno in materia di attuazione del Patto Migrazione e Asilo, attivando ogni iniziativa nazionale ed europea che si renda necessaria per la tutela dei fondamentali principi costituzionali su cui poggia il progetto europeo, e la strategia dell’Italia in questa materia”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)