Polonia: i ragazzi che vorrebbero volare sull’altalena. Il centro per giovani disabili a Pulawy
Nella città polacca un irriducibile gruppo di suore benedettine si dedica completamente a bambini e giovani con varie forme di disabilità. Con la scuola, il gioco e piccoli lavori mirano a una loro maggiore autonomia e a percorsi di inserimento sociale. Ma occorrono risorse e strumenti. Per questo sollecitano la generosità delle persone, chiamate a diventare "Angeli del bene". “I sogni - dice suor Anuarita -, specialmente quelli fatti a Natale, se davvero lo vogliamo, si possono realizzare nonostante tutte le difficoltà”.
“Anche i nostri ragazzi vorrebbero volare su un’altalena, ridere quando girano sulla giostra, e giocare a palla”, dice suor Anuarita del Centro per minori e giovani con disabilità mentali a Puławy. Proprio per realizzare quel sogno le benedettine missionarie che a Puławy svolgono la loro opera ininterrottamente dal 1945 hanno deciso di invitare tutti a diventare “Angeli del bene”. Così, in vari negozi, uffici, stabilimenti e imprese della città polacca le suore benedettine hanno posizionato dei cesti con degli angeli di gesso che ognuno può portare con sé come prova di aver contribuito alla raccolta fondi per rendere felici i ragazzi del Centro, pubblicizzando la loro iniziativa anche sui social media, e fornendo l’indirizzo email orw.pulawy@benedyktynki.pl.
Una scuola particolare. Parlando con il Sir, suor Anuarita aggiunge che l’iniziativa, lanciata ai primi di dicembre, è stata prorogata ben oltre il periodo natalizio. “Si può diventare Angelo del bene anche a marzo, a giugno, e perfino a settembre”, ride la religiosa, convinta che “il bene si moltiplica perché le persone, in fondo, sono buone, e a volte basta solo incoraggiarle un po’”. I bambini del Centro di educazione e riabilitazione (Orw) delle benedettine missionarie di Puławy sono 120. Alcuni ancora molto piccoli, hanno 2 o 3 anni appena. Ma ci sono anche i ragazzi e le ragazze più grandi. Presso il Centro è in funzione una scuola apposita che aiuta i giovani disabili ad adattarsi alla vita quotidiana. Le classi sono composte da non più di cinque allievi assistiti dalle suore, da insegnanti, e da altro personale di sostegno. Ciò è necessario soprattutto nei casi più complessi, con varie tipologie di disturbi, che sono in maggioranza. I ragazzi vengono ammessi alla scuola su indicazione di un’apposita commissione del ministero dell’educazione e fino all’età di 24 anni.
Nuovo programma triennale. “Questi ragazzi probabilmente non potranno mai essere pienamente autosufficienti, e sempre avranno bisogno di qualcuno che li aiuti. Cerchiamo però di far sì che il compito degli assistenti sia meno gravoso. Anche nel caso dei bambini che stanno in carrozzina, che non riescono a camminare da soli, che non parlano, non sentono, che sono autistici o affetti da epilessia farmacoresistente”, spiega suor Anuarita. “Adesso, grazie a un nuovo programma triennale del ministero dell’educazione, a questi ragazzi sarà possibile proseguire l’insegnamento, o meglio l’adattamento professionale, oltre i 24 anni”.
“Potranno frequentare la nostra scuola fino ai 28 anni di età. Sarebbe un peccato se, tornando a casa, seduti davanti alla tv o al computer, perdessero tutte le abilità finora acquisite”.
“Moltiplicare il bene”. Alcuni dei ragazzi, provenienti da Puławy o dalle immediate vicinanze della cittadina sulla Vistola, a 135 chilometri a sud di Varsavia, vengono a scuola ogni giorno, da lunedì a venerdì, portati dai genitori, e ci restano per circa otto ore. Altri, le cui famiglie vivono più lontano e spesso sono troppo povere per disporre di un’auto, vengono portati dalle stesse suore a scuola di lunedì, e rimangono in collegio fino al venerdì pomeriggio quando, sempre dalle religiose, con un piccolo van possono essere riportati a casa per il fine settimana. Ci sono anche coloro le cui famiglie abitano ancora più lontano, e allora ai ragazzi è impossibile tornare a casa ogni venerdì. Rimangono in collegio anche nel week-end, e solo ogni tanto tornano dai loro genitori. Suor Anuarita racconta che “in primavera, durante l’estate e in autunno, i ragazzi lavorano soprattutto in giardino. Durante i mesi invernali si dedicano invece al cucito, al disegno e ai lavori manuali per esempio con la creta. Ci aiutano anche in cucina. E sono proprio loro a lavorare il gesso di cui sono fatti i nostri piccoli angeli, che vogliamo dare a tutti affinché aiutano a moltiplicare il bene nel mondo”.
Giochi e campo da calcio. Nei giorni che precedevano il Natale i ragazzi del Centro erano impegnati in primo luogo a lucidare le figurine degli angeli quando il gesso, nelle forme predisposte dalle suore, si era già seccato, a mettere ogni angelo in una bustina di plastica e ad aggiungervi un biglietto, scritto e stampato da religiose, ma che contiene il messaggio che scaturisce dal profondo del loro cuore.
“Per il momento i nostri ragazzi, ma anche le ragazze, giocano a palla in un piccolo prato. Hanno una sola porta e, se serve un’altra, la costruiscono con delle cassette di legno o quel che trovano a portata di mano”.
Prima della pandemia, “a volte, andavano a giocare sui campi di calcio allestiti presso le altre scuole di Puławy ma adesso questo non è più possibile. Ancora di più quindi vorremmo che potessero avere un vero e proprio campo per giocare a calcio annesso al nostro centro”, spiega la religiosa. “Gli attrezzi speciali per far giocare i bambini disabili, dalle giostre alle altalene, anche per chi è su una sedia a rotelle, esistono da tempo ma costano molto. Per allestire uno spazio giochi adatto a loro abbiamo bisogno di circa mezzo milione di zloty” (110mila euro – ndr), dice un po’ preoccupata. Ma subito aggiunge: “i sogni, specialmente quelli fatti a Natale, se davvero lo vogliamo, si possono realizzare nonostante tutte le difficoltà”.
Anna T. Kowalewska