Paraguay. Mons. Martínez Flores (vescovi): “Per il Covid abbiamo assistito al dolore e al lutto di tante famiglie”
Si parla poco del Paese dell'America latina, che nella prima metà dell’anno è stato letteralmente travolto dagli effetti della cosiddetta “variante brasiliana” del Coronavirus. Il bilancio attuale è di oltre 16mila vittime, con il quinto rapporto tra morti e abitanti del Subcontinente, ma con una media non molto lontana da Brasile, Argentina e Colombia. Solo negli ultimi due mesi, poi, la campagna vaccinale è decollata. Fondamentale, in un Paese di scarsa presenza e tenuta istituzionale, il ruolo della Chiesa. Di questo il Sir ha parlato con il presidente della Conferenza episcopale paraguagia
Uscire dalla pandemia. Nel mezzo di una tremenda siccità che impedisce la navigazione lungo i fiumi e con dei fardelli endemici, che si chiamano povertà, diseguaglianza e corruzione. È in questo scenario che il Paraguay, il Paese probabilmente meno sviluppato del Sudamerica, sta cercando di risollevarsi dallo sconvolgimento del Covid-19. Nei mesi scorsi nessuno ha parlato del Paraguay, che nella prima metà dell’anno è stato letteralmente travolto dagli effetti della cosiddetta “variante brasiliana”. Il bilancio attuale è di oltre 16mila vittime, con il quinto rapporto tra morti e abitanti del Subcontinente, ma con una media non molto lontana da Brasile, Argentina e Colombia. Solo negli ultimi due mesi, poi, la campagna vaccinale è decollata.
Fondamentale, in un Paese di scarsa presenza e tenuta istituzionale, il ruolo della Chiesa, sia a livello informativo ed educativo sia di aiuto ai bisognosi sia di denuncia.
Di questo il Sir ha parlato con il presidente della Conferenza episcopale paraguagia, mons. Adalberto Martínez Flores, vescovo di Villarica.
Com’è la situazione della campagna vaccinale e dei contagi in questo momento?
La campagna vaccinale in Paraguay è iniziata tardi ed è proseguita lentamente. Ma da quando è iniziata la vaccinazione, che si è andata estendendo a diverse fasce di età, la situazione della pandemia ha avuto una marcata diminuzione del livello dei contagi e dei decessi. In questo momento, una parte significativa della popolazione ha già ricevuto almeno una dose e la popolazione vulnerabile, più altri settori, ha già completato il programma completo di vaccinazione. Da metà agosto, in particolare dal mese di settembre, i livelli di contagi sono diminuiti e il 25 settembre il ministero della Salute ha riportato zero decessi per Covid, per la prima volta da marzo 2020.
Ciò dimostra che, se l’acquisizione dei vaccini fosse stata effettuata in modo tempestivo, si sarebbe evitata la morte di migliaia di paraguaiani.
Si parla poco del Paraguay ma il Covid-19 lo ha colpito molto negli ultimi mesi… C’è preoccupazione per una ripresa della pandemia?
Il Paraguay è stato duramente colpito dal Covid-19, più di 16mila vite sono state perse. Abbiamo assistito al dolore e al lutto di tante famiglie, parenti, amici, collaboratori morti a causa di questa malattia, che i loro cari non hanno avuto la possibilità di accompagnare per dare loro l’ultimo saluto. L’isolamento della quarantena sanitaria ha influito sullo stato psicologico e sull’economia delle persone. Molti settori commerciali, aziende e fabbriche hanno dovuto chiudere le proprie attività o licenziare i propri dipendenti. Le attività stanno riprendendo lentamente, ma ci vorrà del tempo.Da tutto questo dobbiamo imparare che, in definitiva, l’immunizzazione è importante.
Se come persone saremo responsabili, nel rispetto delle raccomandazioni sanitarie, sicuramente potremo continuare con il trend favorevole, i centri sanitari e il corpo medico potranno indirizzare i loro sforzi verso altre malattie.
Ci sono situazioni che potrebbero portare al contagio o le misure sono appropriate?
Questo è un momento opportuno per riflettere su cosa abbiamo fatto bene e cosa abbiamo sbagliato e trarre conclusioni che possono aiutarci a correggere le debolezze e migliorare i punti di forza.
Tra i punti deboli si segnala che i responsabili della sanità pubblica devono valutare le proprie prestazioni nelle procedure di acquisto di vaccini e altri farmaci di base per il tempestivo trattamento della popolazione colpita dalla malattia. La mancanza di vaccini e medicine ci ha fatto perdere molti dei nostri connazionali; una serie di decisioni sfortunate delle autorità pubbliche ha impedito di ridurre al minimo l’impatto della malattia e le sue conseguenze di dolore e lutto. Nei primi mesi della pandemia, la popolazione ha rispettato le dure misure e restrizioni adottate dal Governo. Ma, quando si è percepita l’esistenza di situazioni di negligenza, la popolazione, che era anche stanca per l’isolamento, non è stata più disposta a seguire le raccomandazioni.La fiducia nelle autorità è fondamentale perché la popolazione continui a dare il suo importante contributo per mitigare la diffusione della malattia,
in un momento in cui la variante Delta sta circolando nella comunità.
Come si sviluppa l’azione della Chiesa, soprattutto nell’aiuto ai più bisognosi?
Come in tutti i Paesi, la pandemia ha limitato le attività pastorali e liturgiche.
Tuttavia, la stessa situazione, che limitava le consuete azioni liturgiche e pastorali, ha fatto emergere con grande forza la dimensione testimoniale della fede attraverso l’azione della Pastorale sociale delle diocesi e delle parrocchie di tutto il Paese.
Sono state organizzate mense comunitarie e popolari, con la partecipazione di parroci, catechisti, parrocchiani, istituzioni e aziende. Tra i mesi di marzo e giugno 2020, dalla Pastorale sociale sono stati preparati e distribuiti alla popolazione più indigenti circa 30 milioni di piatti di cibo. Se non ci fossero state queste attività a coprire i bisogni alimentari di base della popolazione, la situazione socio-politica sarebbe stata molto più difficile da sostenere in Paraguay. Inoltre, la Pastorale sociale di alcune diocesi ha promosso iniziative per organizzare farmacie sociali.
È preoccupato o ottimista per la situazione economica e sociale?
La macroeconomia del Paraguay presenta indicatori positivi che, ci auguriamo, nel medio e breve termine si traducano in un maggiore benessere della popolazione.
Come abbiamo già sottolineato, la pandemia ha colpito l’andamento di diversi settori economici, in particolare il commercio e le micro e medie imprese. Tutto ciò ha aggravato i livelli di povertà ed estrema povertà, aumentato il livello di disoccupazione e rallentato gli investimenti privati. Negli ultimi tempi, il paniere familiare di base è diventato più costoso, colpendo la popolazione generale, ma approfondendo i bisogni dei settori più poveri. Gli effetti del cambiamento climatico hanno contribuito a questa situazione, che si traduce nella drammatica diminuzione della portata dei fiumi Paraná e Paraguay, che rende difficile la navigazione e, di conseguenza, rende più costoso il trasporto di molti prodotti di base. Anche l’ambito educativo è stato fortemente influenzato, con un livello significativo di abbandono scolastico con classi virtuali. Le condizioni socioeconomiche di ampi settori della popolazione, sommate al deficit di connettività internet, spiegano questa situazione, le cui conseguenze sociali ed economiche, in termini di qualità dell’apprendimento, devono ancora essere valutate.Per mitigare le conseguenze sociali ed economiche della pandemia servono politiche statali che diano priorità alla protezione sociale e che si traducano in una maggiore dotazione di bilancio.
Così anche la corruzione non dovrebbe essere tollerata. Un imperativo morale è una gestione onesta delle risorse pubbliche da parte dei responsabili della guida economica e politica del Paese, con il bene comune come obiettivo, consentendo migliori condizioni di vita per la popolazione.
*giornalista de “La vita del popolo”