Padova. Il futuro del Bassanello dopo il concorso di Confcooperative Habitat per riqualificare l'area

Padova. Quasi 150 giovani architetti hanno partecipato al concorso di Confcooperative Habitat per riqualificare un’area del quartiere sud. Lo sforzo ora sarà trasformare i bozzetti in realtà

Padova. Il futuro del Bassanello dopo il concorso di Confcooperative Habitat per riqualificare l'area

Un totale di 45 gruppi di progettisti, 147 giovani professionisti anche stranieri, età media 28 anni. Al centro, un’area di 3.900 metri quadrati del Bassanello, comprendente vari edifici privati attualmente in disuso, e un obiettivo: un intervento residenziale cooperativo nel centro abitato, vicino a uno degli ingressi sud della città, dove coniugare nuovi edifici e spazi aperti e aree comuni per i giovani che desiderano stabilirsi a Padova dopo gli studi universitari. Questo lo sfondo della 6a edizione del concorso promosso a fine 2023 da Confcooperative Habitat e Fondosviluppo, parte della sfida under 33 di “AAA Architetti Cercasi”, e che si è concluso lo scorso 10 giugno con la premiazione di tre gruppi vincitori e la menzione di altri sei progetti. Il primo classificato è stato il progetto “BACk Bassanello abitare condiviso” di Massimo Addamiano, Michele Cortinovis e Federico Messa, tre giovani di età compresa tra i 30 e i 32 anni. Questo progetto è stato premiato per la sua capacità di affrontare i temi e le opportunità offerte dal sito a diverse scale, con soluzioni innovative ma radicate nel contesto urbano. Il progetto prevede un sistema di nuovi volumi, con unità residenziali dotate di ampie terrazze e verande affacciate sul verde, facciate rivestite in ceramica e il recupero dell’asilo esistente. Inoltre, include la pedonalizzazione parziale di via Santa Maria Assunta, il ridisegno del sagrato e l’ampliamento di via Adriatica con una passeggiata pedonale e una nuova piazzetta pubblica. Il secondo classificato, “Impuntura” di Giulia Chiatante e Alice Coletta, si distingue per l’attenzione alla città esistente, con soluzioni specifiche capaci di trasformare l’area con pochi gesti precisi. La giuria ha apprezzato la gestione dell’impianto urbano in relazione al tessuto esistente, integrando l’ex asilo e il volume edilizio con nuovi corpi a nord e a ovest. Il terzo classificato, “La città porosa” di Veronica Minucci, Gianluca Goi e Giovanni Palmiotto, propone un impianto urbano semplice ma articolato in variazioni tipologiche che valorizzano la loro posizione. La giuria ha lodato l’uso di elementi architettonici radicati nella tradizione, come il tetto a falde e le superfici intonacate, unificati con una sensibilità contemporanea. I tre classificati si divideranno un montepremi di 20 mila euro e saranno inseriti in un “elenco di merito” che Confcooperative si impegna a considerare per incarichi in tutta Italia. Ma non solo, ora la sfida è trasformare i bozzetti in qualcosa di concreto: «L’area individuata con l’amministrazione è interessante e possiamo fare qualcosa di bello – spiega Claudio Pianegonda, presidente di Confcooperative Habitat Veneto – Ci interessa trovare nuovi professionisti giovani e lavorare insieme: il futuro è la rigenerazione urbana. Se avremo la fortuna di trovare l’intesa con i proprietari, l’idea è proprio quella di migliorare questa parte di città».

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