Nuova Zelanda. Comunità di Sant’Egidio: "Fermare la propaganda d’odio"
Il cordoglio della Comunità che lancia un appello dopo l’attentato avvenuto ieri nelle due moschee della città di Christchurch. “Dal web e dalle parole si è passati ai fatti in un crescendo di violenza e di razzismo. Occorre invece seminare parole di pace"
ROMA - “Si arresti in Occidente la propaganda di odio, che dal web e dalle parole è cominciata a passare ormai – già da qualche tempo - ai fatti in un crescendo di violenza e di razzismo, assumendo simboli ed esempi inaccettabili, accompagnati da distorte ricostruzioni storiche”. È questo l’appello lanciato dalla Comunità di Sant’Egidio dopo l’attentato avvenuto ieri in Nuova Zelanda nelle due moschee della città di Christchurch costato la vita a 49 persone. “La Comunità di Sant’Egidio esprime il suo profondo cordoglio alle famiglie coinvolte dall’orribile attentato - si legge in una nota -. Oltre al pesantissimo bilancio di vittime registrato e alla condanna che ogni cittadino può e deve esprimere, occorre sottolineare che l’attacco a luoghi di culto, spazi gratuiti di preghiera, rappresenta anche un’offesa per i credenti, a qualsiasi religione appartengano”.
La Comunità esprime solidarietà alla comunità musulmana neozelandese “colpita ingiustamente da questo attentato, in un Paese ricco da sempre di diversità religiose, culturali e di origine” e chiede di moltiplicare le iniziative di dialogo e favorire le politiche di integrazione. “Occorre seminare parole di pace, facilitare occasioni di incontro e di dialogo - continua la nota -, e favorire ad ogni livello politiche che portino ad un’effettiva integrazione. È questa l’unica soluzione percorribile in società che sono ormai di fatto plurali e che non potranno mai risolvere i loro problemi innalzando muri, ma guardando con fiducia ad un futuro da costruire insieme, già visibile in tante sue manifestazioni in Europa e altrove”.
Strage in moschee Nuova Zelanda: vescovi cattolici, “siamo inorriditi” per attentato “in un luogo e in un momento di preghiera”
Solidarietà e profonda vicinanza a tutti membri della comunità musulmana in Nuova Zelanda. È quanto viene espresso in un comunicato dai vescovi cattolici del Paese mentre ancora giungono notizie del terribile attacco contro due moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, durante le preghiere del venerdì. L’assalto è avvenuto verso le ore 15 (le 3 di notte in Italia) ed è stato filmato in diretta Facebook da uno degli assalitori. I morti sarebbero almeno una quarantina, stando a quanto confermato dalla premier, ma il bilancio delle vittime potrebbe aumentare come anche il numero dei feriti. Quattro persone sono state tratte in arresto, tre uomini e una donna.
“Ci tratteniamo in preghiera mentre ascoltiamo la terribile notizia della violenza contro i musulmani nelle moschee di Christchurch”, scrivono i vescovi neozelandesi: “Siamo profondamente grati delle relazioni positive che abbiamo con le persone islamiche in questa terra, e siamo particolarmente inorriditi che ciò sia accaduto in un luogo e in un momento di preghiera. Siamo rattristati dal fatto che persone siano state uccise e ferite. I nostri cuori si rivolgono a loro, alle loro famiglie e alla più ampia comunità. Siate certi della nostra solidarietà di fronte a tale violenza”.
Il messaggio si conclude con l’invocazione alla pace, Salaam. Il comunicato è firmato da mons. Patrick Dunn, vescovo di Auckland e presidente della Conferenza episcopale neozelandese; mons. Charles Drennan, vescovo di Palmerston North e segretario della Conferenza episcopale; card. John Dew, arcivescovo di Wellington; mons. Paul Martin, vescovo di Christchurch; mons. Steve Lowe, vescovo di Hamilton, e mons. Michael Dooley, vescovo di Dunedin.
Redattore sociale (www.redattoresociale.it)