Myanmar, 137 ong al Consiglio di sicurezza dell'Onu: subito embargo delle armi
L'esercito che ha preso il potere con un colpo di Stato lo scorso 1 febbraio, è responsabile di "violazioni dei diritti umani e gravi abusi nei confronti dei critici". Nel Paese proseguono le proteste e almeno tre manifestanti hanno perso la vita
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve imporre "immediatamente" un embargo sulla vendita di armi al governo militare del Myanmar che ha preso il potere con un colpo di Stato lo scorso 1 febbraio. A richiederlo sono 137 ong locali e internazionali, tra le quali Burma Human Rights Network (Bhrn), diverse associazione della diaspora della minoranza Rohingya e la statunitense Human Rights Watch.
In un comunicato le organizzazioni sottolineano che a motivare la richiesta sono anche "le violazioni dei diritti umani per mano delle forze di sicurezza in corso e la storia di gravi abusi nei confronti dei critici del governo che caratterizza la storia dell'esercito".
La ong hanno ricordato le parole del Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che a pochi giorni dal golpe aveva annunciato tutte le azioni possibili per "mobilitare la pressione della comunità internazionale" per "far fallire il colpo di Stato".
Nei giorni scorsi diversi Paesi occidentali, tra i quali Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Europea, hanno imposto sanzioni individuali a esponenti dell'esercito, tra i quali il comandante in capo Min Aung Hlaing.
Nel Paese proseguono da giorni le proteste contro il nuovo governo. A oggi almeno tre manifestanti hanno perso la vita durante i cortei.
Foto di Fabio Polese - www.fabiopolesereporter.com
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