Morti bianche, allarme Ilo: 3 milioni ogni anno. Ecco le 10 cause

Il report presentato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro sottolinea che la maggior parte dei decessi è causata da malattie correlate al lavoro mentre sono 330mila le morti provocate da incidenti. In Italia nel 2023 1041 incidenti mortali, quasi 3 al giorno

Morti bianche, allarme Ilo: 3 milioni ogni anno. Ecco le 10 cause

Quasi 3 milioni di persone ogni anno muoiono nel mondo a causa di incidenti o malattie legate al lavoro. Un numero impressionante quello emerso dalle stime pubblicate dall’ILO – Organizzazione Internazionale del Lavoro, l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi del lavoro e della politica sociale e presentate nel report A Call for Safer and Healthier Working Environments. Un dato in aumento di oltre il 5% rispetto al 2015 che sottolinea l’importanza delle sfide persistenti nel garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori a livello globale. La maggior parte di questi decessi è stata causata da malattie correlate al lavoro (2,6 milioni), mentre gli incidenti sul lavoro rappresentano ulteriori 330mila morti. Secondo l'analisi, le malattie del sistema circolatorio, i tumori maligni e le malattie respiratorie figurano tra le prime tre cause di morte legate al lavoro. Insieme, queste tre categorie contribuiscono a più di tre quarti della mortalità totale legata al lavoro.

La situazione in Italia non è migliore. Secondo i dati Inail, nel 2023 si sono registrati 1041 incidenti mortali. Una media di quasi 3 decessi al giorno. Se da un lato sono diminuiti gli incidenti mortali avvenuti nel tragitto casa-lavoro (scesi da 300 a 242), dall'altro aumentano quelli durante il lavoro saliti da 790 a 799 casi. L'analisi territoriale mostra, invece, cali nel Nord-Ovest (da 301 a 270 casi), nel Nord-Est (da 245 a 233) e al Centro (da 225 a 193). Gli incrementi riguardano il Sud (da 235 a 255) e le Isole (da 84 a 90). Dati che arrivano a pochi giorni dal Richmond HSE forum che si terrà a Rimini dal 3 al 5 marzo. La figura dell’HSE manager è sempre più fondamentale all’interno delle aziende. Il suo compito è quello di supportare l'azienda nella gestione operativa e nell'attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi per i lavoratori, per l'ambiente e per il patrimonio aziendale. Un ruolo importante che deve guidare l'azienda tra i vari adempimenti aiutandola ad essere regola in modo da non incappare nei rischi e nelle sanzioni previste dalla normativa, ma soprattutto aiutandola a raggiungere l’auspicato obiettivo di “quota zero” rispetto agli incidenti mortali. L'obiettivo dell'evento organizzato da Richmond Italia è creare un focus specifico su una tematica attuale come la sicurezza dei lavoratori. HSE e Safety Manager saranno protagonisti di sessioni, confronti, scambi di idee. Potranno conoscere nuovi colleghi e selezionare le offerte di fornitori specializzati nell’area della protezione dalle minacce per la salute e la sicurezza della popolazione e dell’ambiente.

“In questi giorni abbiamo seguito tutti la tragica vicenda del cantiere Esselunga a Firenze. Le notizie del telegiornale ci ricordano il carattere endemico della questione sicurezza – spiega Claudio Honegger, amministratore unico di Richmond Italia (richmonditalia.it) – Non sono solo Stato e Governo a doversi far carico della questione, dovrebbe esserci una compliance da parte di tutti i soggetti coinvolti, e quindi tutti noi, nel verificare che poi le norme vengano effettivamente applicate. Come organizzatori, abbiamo un punto di vista privilegiato, e in questi anni ci siamo fatti un’idea precisa. La vera sfida di chi si occupa di salute e sicurezza oggi è una sfida educativa. Si tratta di far capire alle persone che indossare i dispositivi di protezione individuale e adottare comportamenti sicuri può davvero salvare la vita. Facile a dirsi, meno facile a farsi. E poi c’è il tema dell’educazione alla legalità. I nostri eventi si configurano come occasioni per confrontarsi su queste sfide e sostenersi reciprocamente nella costruzione di una cultura della sicurezza condivisa”.

Il report globale dEll’ILO mostra una chiara superiorità di uomini morti a causa del lavoro, sono 51,4 su 100mila rispetto a 17,2 donne su 100mila. La zona con la più alta percentuale di decessi è la regione dell'Asia e del Pacifico dove si registra il 63% del totale globale a causa delle dimensioni della forza lavoro nella regione. I settori più a rischio sono l'agricoltura, l'edilizia, la silvicoltura, la pesca e l'industria manifatturiera che comprendono 200mila infortuni mortali all'anno, pari al 63% del totale. Ancor più nel dettaglio si evince che un terzo degli infortuni mortali sul lavoro avviene tra i lavoratori agricoli.

Secondo Ilo i 10 principali fattori di rischio e il numero di morti causati sono l'esposizione a lunghi orari di lavoro (744.924 morti); il contatto con materiale particolato, gas e vapori (450.381 morti); gli infortuni sul lavoro (363.283 morti); l'esposizione all’amianto (209.481 morti); l'esposizione alla silice (42.258 morti); l'esposizione ad agenti che causano asma (29.641 morti); l'esposizione alle radiazioni solari ultraviolette (17.936 morti); l' esposizione agli scarichi dei motori (14.728 morti); l'esposizione all'arsenico (7.589) e l'esposizione al nichel (7.301).

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)