Migranti, la Commissaria Ue per i diritti umani: “Stati abdicano alle loro responsabilità”
Per Dunja Mijatovic si dovrebbero "schierare mezzi di soccorso, rispondere alle richieste di aiuto, aumentare le vie legali e sicure e smettere di facilitare i rimpatri verso la Libia"
“Gli Stati europei devono smettere di abdicare alle loro responsabilità per tutelare migranti e rifugiati nel Mediterraneo. Dovrebbero schierare mezzi di soccorso, rispondere alle richieste di aiuto, aumentare le vie legali e sicure e smettere di facilitare i rimpatri verso la Libia”. Lo sottolinea Dunja Mijatovic, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in riferimento al terribile naufragio di venerdì scorso , in cui hanno perso la vita circa 130 persone.
Per Mijatovic si tratta di “un’altra terribile tragedia” che non può lasciare indifferenti. Già nel marzo scorso la Commissaria aveva denunciato in un report come i paesi europei non riescano più a proteggere rifugiati e migranti che cercano di raggiungere l'Europa attraverso il Mediterraneo: “Il regresso nella protezione delle vite e dei diritti dei rifugiati e dei migranti sta peggiorando e causa migliaia di morti evitabili ogni anno”.
Il rapporto fa il punto sull'attuazione da parte degli Stati membri della Raccomandazione del 2019 sul salvataggio dei migranti in mare e fornisce una serie di misure, che devono essere adottate con urgenza per garantire un approccio conforme ai diritti umani alle traversate marittime. “La relazione sottolinea che, nonostante alcuni progressi limitati, la situazione dei diritti umani nel Mediterraneo rimane deplorevole - si legge nel report -. I naufragi continuano a essere preoccupanti, con oltre 2.400 morti registrate nel periodo in esame, un numero che potrebbe ben sottostimare il numero reale di incidenti mortali. Il crescente disimpegno della capacità navale degli Stati dal Mediterraneo e l'ostacolo alle attività di soccorso delle ong, nonché le decisioni di ritardare lo sbarco e la mancata assegnazione di un porto sicuro, hanno minato l'integrità del sistema di ricerca e soccorso”.
Il documento ricorda che le attività di cooperazione con i paesi terzi sono state rafforzate nonostante le prove innegabili di gravi violazioni dei diritti umani e senza l'attuazione di salvaguardie dei diritti umani, compresi i principi di trasparenza e responsabilità. "Sulla rotta del Mediterraneo centrale, in particolare, molti sviluppi che sembrano essere finalizzati a 'sgombrare il campo' dalle intercettazioni della Guardia costiera libica si sono istituzionalizzati, portando a quasi 20.000 rimpatri registrati per gravi violazioni dei diritti umani in Libia", ha scritto la Commissaria. La pandemia Covid-19 ha portato anche all'adozione di misure più restrittive, che hanno un impatto negativo diretto sui diritti umani dei migranti.