Migranti, Naga: “Tutti i Cpr d’Italia vanno chiusi”

La rete “Mai più lager – No ai CPR” organizza domani una conferenza stampa davanti al Tribunale di Milano, dove si terrà l’udienza che deciderà del commissariamento del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli a seguito dell’inchiesta sulla sua malagestione

Migranti, Naga: “Tutti i Cpr d’Italia vanno chiusi”

La rete "Mai più lager – No ai CPR" organizza venerdì 15 dicembre alle 9.45 una conferenza stampa davanti al Tribunale di Milano, dove si terrà l’udienza che deciderà del commissariamento del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli a seguito della nota inchiesta sulla sua malagestione. “Ci auguriamo – scrive l’associazione Naga in un nota . che l’indagine condotta dalla Procura della Repubblica sui gravi abusi rilevati, nata anche grazie alle nostre denunce di questi anni, arrivi ad accertarne le responsabilità a tutti i livelli, inclusi quelli più alti, anche della Prefettura che quel gestore ha scelto e prorogato. Dopo il sequestro della società Martinina, che accogliamo con soddisfazione, ci aspettiamo che la misura richiesta venga accordata ma riteniamo necessario ribadire che tutti i CPR d’Italia, a partire da quello di Milano, vadano definitivamente chiusi. Chiusura, non certo delocalizzazione in altri paesi, dove sarebbe pressoché impossibile continuare a vigilare su quanto avviene al loro interno”.

“Non si tratta del più o meno corretto adempimento di un contratto di appalto – prosegue la nota - : vi è un problema strutturale di compatibilità della detenzione amministrativa con il rispetto dei diritti e della stessa dignità umana delle persone. Non esiste un modo corretto di commettere un’ingiustizia.

Se l’inchiesta ha potuto portare alla luce il trattamento ai limiti della tortura psicofisica riservato ai cosiddetti “ospiti", ciò è stato possibile perché nel 2021 il Tribunale di Milano ha riconosciuto ai trattenuti il diritto all’utilizzo del telefono cellulare.

Questo non sarebbe stato tuttavia sufficiente se all’altro capo di quel telefono non ci fossero state attiviste e attivisti che si sono fatti carico dei compiti di monitoraggio e denuncia che in un paese civile dovrebbero spettare alle Istituzioni.

Se a Milano, dove le persone trattenute potevano comunicare con la società civile all’esterno, le condizioni del centro erano quelle che ormai sono sotto gli occhi di chiunque, che cosa può succedere nel resto d’Italia, negli altri CPR dove non è possibile provare la sistematicità delle violazioni con foto e video, dove la discrezionalità, il buio, l’opacità non trovano ostacoli?

I CPR rispettosi dei diritti e della dignità non esistono: i CPR vanno chiusi. Su questo tracciato proseguiremo la nostra strada, come e più di prima. Appuntamento venerdì 15 dicembre alle ore 9.45 davanti al Tribunale.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)