Messico, la sofferenza dei migranti al confine con gli Usa. Msf: “Garantire condizioni dignitose”

L’organizzazione: “La risposta delle autorità locali è inadeguata, migliaia di persone sono senza accesso ai servizi di base o a un rifugio sicuro. È urgente l’intervento delle autorità locali e un incremento degli sforzi delle organizzazioni internazionali per garantire condizioni dignitose ai migranti e agli sfollati”

Messico, la sofferenza dei migranti al confine con gli Usa. Msf: “Garantire condizioni dignitose”

La situazione dei migranti nelle città di confine nel nord del Messico sta peggiorando drasticamente. Le espulsioni ai sensi del Titolo 42 continuano, e centinaia di persone arrivano ogni giorno dal sud in cerca di sicurezza negli Stati Uniti. “La risposta delle autorità locali in città come Nuevo Laredo, Piedras Negras, Ciudad Acuña, Reynosa e Matamoros è inadeguata, migliaia di persone sono senza accesso ai servizi di base o a un rifugio sicuro”, rivela Medici Senza Frontiere, una delle poche organizzazioni che forniscono supporto medico e psicologico in queste città e che hanno difficoltà a rispondere ai crescenti bisogni dei migranti.

A Piedras Negras e Ciudad Acuña, i centri di accoglienza e i rifugi per migranti sono chiusi e le persone non hanno accesso a ripari di base, come le tende.
A Nuevo Laredo, un’équipe mobile di Msf ha fornito assistenza umanitaria ai migranti provenienti da Haiti e dall’America centrale, nonché agli sfollati interni in fuga dalle violenze in diverse parti del Messico. Più di 2 mila persone sono in rifugi e campi improvvisati, in condizioni igieniche pessime e in una situazione di insicurezza.

“La maggior parte sono famiglie con bambini piccoli che dormono sul pavimento, esposti alla pioggia e ad alte temperature - dichiara Pavel Goytia, capo dell’équipe medica di Msf a Nuevo Laredo -. I 10 rifugi della città sono pieni e centinaia di persone continuano ad arrivare. Molti sono spazi improvvisati privi di servizi di base, materassi, cibo, acqua potabile, protezione dalle intemperie, servizi igienici, docce e una corretta gestione dei rifiuti”.

“Sono a Nuevo Laredo da una settimana - racconta Esaia Jorince, 27 anni, fuggito da Haiti tre anni fa dopo che la sua famiglia è stata uccisa -. La situazione qui è pessima, non ho soldi per mangiare o per un posto dove dormire. Ha piovuto e nel rifugio dove alloggiamo c’è molta acqua, io dormo per terra, è complicato per me e per le malattie che ho. Piango perché ho dolori e mi sento molto male, a volte penso di voler morire". Jorince ha vissuto in Brasile per diversi anni ma se ne è andato perché non aveva un lavoro e spera di ottenere asilo negli Stati Uniti.

Una situazione simile si sta verificando a Reynosa. Gli ultimi abitanti rimasti di Plaza de la Republica sono stati mandati via all’inizio di maggio. “Il numero di migranti in città è aumentato nelle ultime settimane e c'è una grave carenza di alloggi, cibo e servizi sanitari - afferma Anayeli Flores, responsabile affari umanitari di Msf a Reynosa -. Non c’è spazio nei rifugi e molte persone vivono in strada con temperature molto elevate”.

Le équipe mediche di Msf hanno curato molti migranti per sintomi legati a condizioni di vita precarie come malattie respiratorie, gastrointestinali e infezioni della pelle, dei reni e ginecologiche. I team di Msf per la salute mentale si prendono cura anche delle persone con disturbo da stress post-traumatico, per ansia, depressione, a causa delle esperienze vissute nei propri paesi e lungo il viaggio della rotta migratoria.

Nelle città di confine le persone sono anche esposte a livelli elevati di violenza.Sono in questo rifugio a Reynosa con mia moglie, mia figlia e mio padre, da 22 giorni - racconta José che è fuggito dall'Honduras nell’ottobre 2021 -. Dormiamo per terra. L’altra notte abbiamo sentito degli spari molto vicini al rifugio. Stiamo scappando dalle violenze nel mio paese, non pensavamo che sarebbe stato così anche qui. È stato davvero spaventoso”.

“Quando ho attraversato il confine per gli Stati Uniti ero da sola perché potevamo pagare solo il mio viaggio - dice Yenth, che è fuggita dall’Honduras ed è entrata in Messico nel gennaio 2021-. Dall’altra parte mi hanno fermato. Non sono mai stata visitata da un dottore, non mi hanno dato nessuna informazione. Il giorno successivo, le autorità statunitensi mi hanno mandato a Reynosa. Non gli importava che fossi incinta. A Reynosa sono stata violentata”.

Msf chiede alle autorità a tutti i livelli e ad altre organizzazioni internazionali presenti nella regione, di “aumentare i loro sforzi per garantire condizioni dignitose sia alle popolazioni migranti che agli sfollati lungo il confine settentrionale”.
“È urgente potenziare l'azione umanitaria per prevenire il peggioramento delle condizioni di salute e alleviare le sofferenze delle persone particolarmente vulnerabili”, conclude l’organizzazione.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)