In Italia almeno 20 mila minori stranieri non accompagnati, “servono soluzioni alternative”

Parla la cooperativa sociale Il Melograno: “I centri di accoglienza sono insufficienti e i minori finiscono in quelli per adulti, gli affidi sono fermi al palo, i posti in comunità non bastano, i tutori volontari, figura adulta di riferimento che dovrebbe essere abbinata a ciascun minore, sono pochi”. La maggior parte, ben il 44,6% dei minori stranieri soli, ha 17 anni

In Italia almeno 20 mila minori stranieri non accompagnati, “servono soluzioni alternative”

“Nel nostro paese ci sono almeno ventimila minori stranieri non accompagnati, tra questi negli ultimi sei mesi risultano almeno 5 mila ‘scomparsi’. La maggior parte, ben il 44,6 per cento, ha diciassette anni. Un quarto, il 25,4 per cento, ha sedici anni. Poco più di uno su dieci, l’11,9 per cento, ne ha quindici. Poi ci sono i più piccoli. La fascia tra sette e quattordici anni è il sedici per cento. Quindi i bimbi smarriti, quelli che hanno da zero a due anni che nel caos delle partenze restano separati da mamme e papà. Sono il due per cento”. A fare il punto sui minori stranieri non accompagnati in Italia è la cooperativa sociale “Il Melograno” di Segrate, che opera da molti anni nel settore della promozione dei diritti delle persone straniere garantendo percorsi di inserimento, di integrazione e di emancipazione ai cittadini stranieri, per dare concrete risposte a un bisogno che continua a crescere.

Per la cooperativa sociale, dunque, “i centri di accoglienza sono insufficienti e i minori finiscono in quelli per adulti, gli affidi sono fermi al palo, i posti in comunità non bastano, i tutori volontari, figura adulta di riferimento che dovrebbe essere abbinata a ciascun minore, sono pochi”.
Cosa fare allora per quel 44% di minori non accompagnati che hanno 17 anni? Per la cooperativa “servono soluzioni diverse, più leggere, più resilienti. Noi della Cooperativa Sociale Il Melograno che lavoriamo a stretto contatto con questi ragazzi pensiamo che per rispondere all’emergenza si possano scegliere strade diverse, forse meno remunerative per le stesse cooperative sociali ma che possono rispondere efficacemente alla mancanza di fondi pubblici, dal Governo come dagli enti locali”.

Continua la cooperativa: “Tanti di questi ‘quasi maggiorenni’ vengono da percorsi difficili, da mesi di viaggi e difficoltà. Hanno uno spiccato senso di autonomia e sanno badare a sé stessi. Perché non destinare a loro alloggi in autonomia, appartamenti dedicati, con presidi adeguati ma non eccessivi? Perché non trovare soluzioni nuove, capaci di riconoscere pur nella loro fragilità nuove modalità di accoglienza che riconoscano nei fatti il loro essere, purtroppo, ormai ‘quasi adulti’? Pensiamo che se davvero si vuole affrontare il problema tutti debbano fare qualche passo indietro rispetto ai meccanismi ormai consolidati e partire dalle loro esigenze. Troviamogli in primo luogo un alloggio, una casa, e sosteniamoli nelle scelte che, liberamente, andranno ad affrontare nel nostro paese”.

Conclude il Melograno: “Il governo studia un ‘tagliando’ della legge firmata da Sandra Zampa del Partito democratico e una stretta sulla verifica dell’età dei migranti, nel decreto sicurezza di settembre. Potrebbe essere l’occasione buona per introdurre un modello di accoglienza più ‘leggero’ per queste ragazze e questi ragazzi che prima di tutto hanno bisogno di qualche certezza”.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)