Il mondo post-Covid: più poveri e migranti e più investimenti nelle armi

L'intervento di Raffaele Crocco, direttore dell'Atlante delle Guerre, a Fa' la cosa giusta!. “La ripresa economica sarà lenta. Oggi ci sono nel mondo 270 milioni di migranti, ma il numero è destinato almeno a raddoppiare”. Il gioco di potere tra Cina, Usa, Russia e il nuovo ruolo della Turchia

Il mondo post-Covid: più poveri e migranti e più investimenti nelle armi

“Il Covid-19 è una brutta bestia e quello che spesso ci sfugge è che il virus sta avendo un impatto su tutta l'umanità e in particolare sugli equilibri geopolitici”. Raffaele Crocco, giornalista e direttore dell'Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, delinea gli scenari che si stanno delineando nel mondo colpito dalla pandemia. Intervenendo all'edizione speciale on line di Fa' la cosa giusta!, sottolinea più volte che “il virus sta cambiando le regole del gioco”. “Il Covid-19 sta incidendo sulle condizioni di povertà delle popolazioni, sui diritti umani e sulla democrazia -aggiunge-. Tutte cose che ci sfuggono presi come siamo dall'emergenza sanitaria. E quando ne usciremo troveremo un mondo diverso”.

L'aspetto più preoccupante è l'aumento della povertà: “Stiamo diventando tutti più poveri. Negli Usa c'è stato un crollo del Pil peggiore del 1929. In Africa diminuirà del 25%. Nell'Unione Europea del 12%. La ripresa economica sarà però lenta e quindi più persone migreranno per cercare situazioni migliori. Oggi ci sono nel mondo 270 milioni di migranti, ma il numero è destinato almeno a raddoppiare. E questo porterà a nuove situazioni conflittuali”.

In alcuni Paesi è a rischio la democrazia. “Nel nome del contenimento dei contagi c'è stato un restringimento dei diritti democratici soprattutto in Europa e Asia. In Europa in particolare in Ungheria e Polonia: in questi due Paesi la democrazia è scomparsa, c'è solo il potere del governo, tutti gli altri poteri sono stati esautorati. Ed è quanto sta avvenendo anche in Uzbekistan”

Mentre le persone soffrono e muoiono negli ospedali al collasso, le grandi potenze aumentano la spesa militare. “La Cina sta investendo sulla marina militare per il controllo dell'Oceano Pacifico, in contrasto con gli Stati Uniti. Sta realizzando inoltre una base militare a Gibuti: sarà la prima base militare cinese all'estero, per garantirsi il controllo sulla rotta che dal Mar della Cina porta al Mediterraneo. E gli Usa hanno risposto con altrettanti investimenti in flotta e tecnologia. La Russia sta puntando molto sulla rotta artica commerciale, che abbasserà i costi dei trasporti del 40%”. E sullo scenario internazionale si stanno affacciando anche altri protagonisti, come la Turchia, ormai una potenza politica e militare del Mediterraneo. “Con la scusa degli aiuti a Paesi in difficoltà per il Covid-19, la Turchia sta estendendo la sua influenza sui Balcani, in Medio Oriente, in Asia e nel Mediterraneo”, sottolinea Crocco.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)