Giornata contro i disturbi alimentari, Dalla Ragione: “Nel 2023 in Italia, quasi 4 mila morti"

La direttrice della rete pubblica umbra sui Dca: “Il 2 giugno sia occasione per lanciare allarme sui rischi connessi alla diffusione di patologie che in Italia contano oltre 3 milioni di pazienti”

Giornata contro i disturbi alimentari, Dalla Ragione: “Nel 2023 in Italia, quasi 4 mila morti"

Non solo anoressia e bulimia. “Tra i disturbi dell’alimentazione sempre più diffusi in Italia ci sono anche patologie meno note come l’ortoressia (ossia la ricerca ossessiva di una dieta sana), la vigoressia (l’eccessiva attenzione per la forma fisica), o il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder), caratterizzato da grandi abbuffate senza metodi di compensazione, a cui segue un aumento di peso e, spesso, l’insorgere di patologie come l’obesità”. A spiegarlo, in vista della IX Giornata contro i Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione del prossimo 2 giugno, è Laura Dalla Ragione, psichiatra, direttrice della rete umbra (Usl1) contro i Disturbi del comportamento alimentare (Dca), Docente del Campus Biomedico di Roma nonché direttrice del Numero Verde “SOS Disturbi alimentari” istituito a Todi dalla Presidenza del Consiglio e dall’Istituto Superiore di Sanità. “L’obesità è l’altra faccia dei disturbi del comportamento alimentare – continua Dalla Ragione – a causa dello stigma che discende dall’idealizzazione della magrezza nella nostra società. Per questo si diffondono sempre di più la chirurgia estetica e l’uso improprio di farmaci per la perdita di peso, come il semaglutide, farmaco antidiabetico e il cui uso inizia pericolosamente a diffondersi anche in Italia”.

Per Dalla Ragione “chi lavora nel campo dei disturbi alimentari si è trovato negli ultimi anni a dover combattere contro un potentissimo fattore di diffusione del disturbo: i social media. Oggi i canali attraverso cui ragazzi e ragazze possono attingere a informazioni riguardo a metodi pericolosi per perdere peso sono moltiplicati a dismisura. E non solo: sono a portata di tutti App per il conteggio calorico o il dispendio energetico, e anche il semplice utilizzo dei social media ha un’influenza sull’autostima e contribuisce a cambiare l'immagine corporea di chi ne fa uso, determinando un aumento di sintomi depressivi, l'interiorizzazione di ideali di magrezza, pratiche di monitoraggio del corpo. Il tempo trascorso sui social media e lo sviluppo di disturbi alimentari appaiono quindi fortemente correlati. La giornata del 2 giugno deve essere l’occasione per lanciare un allarme sui rischi connessi alla diffusione di patologie che, in Italia, contano oltre 3 milioni di pazienti in carico al Ssn e che, solo nel 2023, hanno provocato quasi 4mila morti”.

I numeri dell’emergenza

“Il quadro che emerge dai dati del ministero della Salute sono allarmanti – spiega Dalla Ragione –. Nei primi anni Duemila le persone che soffrivano di disturbi dell’alimentazione in Italia erano circa 300 mila, oggi sono oltre 3 milioni. Un fenomeno in aumento soprattutto tra gli adolescenti, per i quali le diagnosi correlate ai disturbi dell'alimentazione e della nutrizione rappresentano la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Un fenomeno drammatico che si è aggravato ulteriormente durante la pandemia e i lockdown: durante i periodi di chiusura si è registrato un aumento del 30% di casi, soprattutto tra i giovanissimi, benché il fenomeno riguardi in generale anche adolescenti e giovani adulti. La fotografia scattata dal ministero mostra anche un sensibile aumento della componente maschile tra i pazienti, che sono ormai il 20% della popolazione generale. Infine il Numero verde nazionale “SOS disturbi alimentari” (800180969), servizio anonimo e gratuito attivo dal 2011, segnala un drastico aumento di richieste di aiuto: raddoppiate nel 2020 e triplicate nel 2023. Nel dettaglio, in Italia, solo nel 2023, i decessi per malattie legate ai disturbi dell'alimentazione sono stati 3.780, sono ormai la prima causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali e ogni anno si intercettano sempre più casi: nel 2019 erano 680.569 e sono progressivamente cresciuti fino ad arrivare, nel 2023, a quota 1.680.456. Le conseguenze dei Dca – aggiunge Dalla Ragione – sono depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, compromissione di apparati cardiaco e gastrointestinale, osteoporosi, morte per arresto cardiaco o suicidio. Le cause di morte sono collegate alle complicanze mediche e all’alto tasso di suicidio. I dati sulla mortalità sono in aumento, ma molto disomogenei sul territorio: si muore di più nelle regioni dove non ci sono strutture specializzate”.

La rete di assistenza contro i disturbi del comportamento alimentare

Secondo il censimento dell’Istituto superiore di Sanità in Italia i centri per i Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono 136, di cui 115 del Servizio sanitario nazionale e 20 strutture private convenzionate con il pubblico. Di queste 136 strutture, 69 si trovano al Nord, 26 al Centro, 41 tra Sud e Isole. “L’istituzione della rete degli ambulatori multidisciplinari in Italia – spiega Dalla Ragione – ha costituito un importante passo in avanti nel percorso di cura dei pazienti, ma è ancora presente in modo troppo disomogeneo sul territorio italiano: delle 136 strutture censite nel 2023 dall’Istituto superiore di sanità, il maggior numero dei centri (69) si trova nelle regioni del Nord, al Centro se ne trovano 26, mentre 41 sono distribuiti tra il Sud e le Isole. Il ministero della Salute ha deciso di rifinanziare con 10 milioni di euro per il 2025 il Fondo nazionale per il contrasto dei Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, ma attendiamo ancora di vedere i Dca inseriti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) in modo da assicurare l’assistenza ai pazienti in maniera strutturale”.

Dal 2003, l’Umbria si è dotata di una rete completa di assistenza ai pazienti, un’eccellenza nazionale che comprende 2 centri, a Todi, dedicati alla Anoressia e Bulimia (Palazzo Francisci e Nido della Rondini), il Centro Dai (Disturbi da alimentazione incontrollata) di Città della Pieve, il primo centro dedicato al trattamento del Binge eating disorder, e il centro Dca di Umbertide dedicato al trattamento dei disturbi selettivi dell’infanzia e preadolescenza. Saranno l’attrice Vittoria Puccini e l’attore Leo Gassman i testimonial di “Amati Festival”, un charity event che si svolgerà il 1° e 2 giugno a Todi, dedicato alla sensibilizzazione, alla prevenzione e alla raccolta fondi da devolvere all’Associazione “Mi fido di te”, da anni promotrice di attività a sostegno delle famiglie dei pazienti in carico presso la rete dei Centri DCA della Asl Umbria 1.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)