Decreto Migranti. Save the Children: “A rischio tutele per minori non accompagnati”

L'organizzazione esprime “forte allarme per le misure approvate dalla Camera. Procedure sull’accertamento dell’età possono ridurre le garanzie. Rischio che minori possano essere destinatari di procedure accelerate e non ricevere accoglienza in centri a loro dedicati”

Decreto Migranti. Save the Children: “A rischio tutele per minori non accompagnati”

Il dl Immigrazione, approvato dalla Camera dei deputati e in attesa di passare al Senato, mette a rischio i diritti e le tutele previste per i minori non accompagnati. E' un “forte allarme” quello che arriva da Save the Children: l'organizzazione ribadisce la preoccupazione che le procedure sull’accertamento dell’età possano ridurre le garanzie in favore dei minorenni, che questi possano essere destinatari delle procedure accelerate e che non sia garantita un’accoglienza in centri a loro dedicati.

“L’avvenuta approvazione del testo come modificato in Commissione Affari Costituzionali include alcuni preoccupanti emendamenti rispetto al testo originario del Decreto, che vanno a peggiorare ulteriormente la condizione dei minorenni, determinando una pericolosa riduzione delle garanzie per loro previste dalla L.47/2017 e aumentando i rischi per la loro incolumità e i loro diritti fondamentali – fa presente Save the Children in una nota - Un rilevante arretramento rispetto alla normativa italiana vigente, che proprio dall’approvazione della L.47 ha rappresentato un esempio di civiltà in Europa, fondandosi sul diritto per ogni minore migrante di essere considerato prima, e sopra ogni cosa, un minorenne e quindi godere degli stessi diritti fondamentali al pari dei coetanei italiani ed europei”.

Ora, le modifiche approvate nel corso dell’esame alla Camera, oltre a confermare le preoccupanti disposizioni del testo del Decreto Legge sottoposto a conversione, introducono elementi fortemente che dopo il voto di fiducia di oggi in Aula, in seguito a un’approvazione anche in Senato diventerebbero legge. Elementi “peggiorativi”, secondo Save the Children, che insieme alle principali organizzazioni della società civile attive per i minorenni migranti aveva espresso preoccupazioni e avanzato richieste nel merito. Anche l'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza Carla Garlatti era intervenuta con forza sulla questione.

Ora, nonostante tale mobilitazione, nel testo approvato restano confermati passaggi ritenuti assai critici e così sintetizzati da Save the Children: “I minorenni ultrasedicenni possono essere accolti in centri per adulti e vengono eliminate, in una vastissima serie di ipotesi, delle sostanziali garanzie sull’accertamento dell’età sinora previste, tra cui quella di non essere sottoposti a esami medici, incluse le radiografie, a fini di accertamento dell’età senza che siano stati previamente utilizzati altri metodi non invasivi, senza la previa autorizzazione scritta della Procura minorile e senza che sia prevista la necessaria presenza di un mediatore linguistico-culturale, indispensabile perché la persona possa fornire il suo consenso informato. Norme, queste, che unite al brevissimo termine per presentare ricorso contro il verbale di accertamento – 5 giorni - pongono i minorenni a serio rischio di respingimento, detenzione ed espulsione illegittimi causati da un’errata valutazione dell’età. Inoltre, con gli emendamenti peggiorativi approvati in Commissione, in tema di accoglienza, oltre a estendere da 30 a 45 giorni il tempo massimo di permanenza dei minori nelle strutture di prima accoglienza a loro destinate, si deroga al limite di capienza dei centri di accoglienza straordinaria per minori fino a un massimo del 50% e si prevede l’estensione del possibile inserimento di minori ultra-sedicenni in strutture per adulti fino a un massimo di 150 giorni”

Le modifiche approvate dalla Camera inoltre aprono la possibilità che le procedure accelerate siano estese anche ai minorenni e ad altre categorie vulnerabili, nel caso in cui si accerti l’infondatezza della domanda di protezione internazionale, ovvero ad esempio qualora il minore provenga da un Paese cosiddetto sicuro, o abbia rilasciato dichiarazioni incoerenti o contraddittorie.

Fa notare Raffaela Milano, direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children: “La necessità di proteggere i minorenni senza alcuna distinzione operata sulla base della nazionalità o della provenienza è un principio di derivazione sovranazionale, previsto anche dalla nostra Costituzione. È per questo che la previsione di centri destinati esclusivamente ai minorenni che arrivano da soli nel nostro Paese rappresenta una fondamentale misura di protezione rispetto alla quale è importante non arretrare. Riteniamo essenziale che l’Italia si doti di una rete di centri di prima accoglienza governativi dedicati ai minorenni e distribuiti in tutte le Regioni, come primo passo per un positivo inserimento all’interno della rete di accoglienza diffusa del SAI”.

La permanenza protratta in promiscuità presso le strutture di prima accoglienza per adulti rappresenta un serio rischio per un minorenne, in termini di possibilità di subire danni e incorrere in situazioni di sfruttamento. Inoltre, tale permanenza rischia di creare ulteriori difficoltà nel percorso di integrazione: ansia e frustrazione, un prolungato senso di precarietà che può spingere all’allontanamento dalle strutture, ma soprattutto ritardi nell’accesso a diritti fondamentali, come l’istruzione, la tutela, il ricongiungimento con i propri cari o l’inserimento lavorativo. “Si tratta di un grave peggioramento nel campo dei diritti dei minorenni non accompagnati, che si pone in contrasto con le garanzie della Legge 47 del 2017. Ciò che va posto al centro dell’attuale dibattito sul tema è che parliamo prima di tutto di minorenni, bambine e bambini, ragazze e ragazzi con un portato di vita, traumi, ma anche sogni e speranze rispetto ai quali abbiamo la responsabilità di esercitare un dovere di cura. Come ricordato dalla Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, i diritti dei minori richiedono una responsabilità e un impegno comune che deve essere al centro delle risposte politiche, che non devono essere guidate da una logica emergenziale” conclude Milano.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)