Csv di Padova & Rovigo. Nella notte dove gli invisibili hanno voce

Il 19 ottobre a Padova è in programma la 24a edizione della “Notte dei senza dimora”. L’obiettivo è sensibilizzare e far emergere il tema delle persone vulnerabili e senza una casa

Csv di Padova & Rovigo. Nella notte dove gli invisibili hanno voce

È una giornata dedicata a chi vive ai margini, sconosciuto e misconosciuto, per dare visibilità e, insieme, fare informazione e confrontarsi sugli “invisibili” che vivono tra noi. Per ricordare la Giornata mondiale di lotta contro la povertà, che cade il 17 ottobre, a Padova due giorni dopo viene proposta la “Notte dei senza dimora”, appuntamento nato 24 anni fa grazie all’impegno delle associazioni e degli enti che, per l’occasione, danno vita a un collettivo con l’obiettivo di denunciare, sensibilizzare e far emergere il tema delle persone senza una casa e della vulnerabilità: «Superare i pregiudizi e gli stereotipi è lo scopo di questa importante iniziativa che viene organizzata in città da molti anni e che ha ripreso con vigore dopo la pausa causata dalla pandemia – commenta Luca Marcon, presidente del Centro servizio volontariato di Padova e Rovigo – Noi sosteniamo con forza questo progetto perché dare supporto a chi si prodiga per aiutare chi “vive invisibile” è necessario. Sono sempre più numerose le persone costrette a vivere per strada e questo non possiamo accettarlo passivamente, ma dobbiamo creare condizioni di accoglienza e offrire opportunità» Le organizzazioni padovane impegnate nell’aiuto e nel sostegno ai senza fissa dimora in questa occasione presentano i servizi offerti dalla città di Padova; per realizzare l’evento i soggetti coinvolti si auto-sostengono con una spesa congiunta decisa internamente dalle organizzazioni partecipanti e anche attraverso le donazioni che vengono raccolte ogni anno proprio in occasione della Notte: «Per raggiungere il maggior numero di persone è necessario ogni anno moltiplicare gli sforzi affinché gli eventi e le iniziative possano essere spazi di condivisione, di partecipazione e soprattutto luoghi adibiti all’incontro e al superamento dei pregiudizi e degli stereotipi – spiega Stefano Trusso Forgia del centro diurno la Bussola, costola del Gruppo R – Quest’anno vogliamo dare un senso più largo alla Notte, perché il fenomeno della marginalità ha al suo interno anche altri angoli bui: esistono invisibili ancora più invisibili ed è necessario parlarne».

«Con la Notte dei senza dimora vogliamo sensibilizzare e dare informazioni rispetto alla realtà dei fragili, ma è molto difficile perché si fatica a coinvolgere la cittadinanza. Il 19 ottobre saremo in piazza Gasparotto, un posto particolare perché negli anni è stato frequentato da persone vulnerabili, un luogo che ha vissuto situazioni difficili, ma dove le realtà presenti hanno accolto e sostenuto quindi andremo lì per dare un segnale ancora più forte all’evento – aggiunge Andrea Andriotto dell’associazione Avvocati di strada – Un elemento molto positivo di questa esperienza che dura da circa vent’anni è il fatto che noi ci mettiamo assieme come organizzazioni per dare vita alla Notte, ma la relazione tra noi continua tutto l’anno: ci sentiamo e ci scambiamo informazioni, siamo una rete attiva e questo ci aiuta a seguire meglio gli utenti, ci consente di essere più incisivi e non disperdere le energie». I dati Istat pubblicati nel dicembre 2022 dicono che in Italia le persone senza tetto e senza fissa dimora sono poco più di 96 mila e tra quelle iscritte nelle anagrafi comunali, quasi il 38 per cento è di nazionalità straniera. La componente maschile è decisamente prevalente con 212,4 uomini ogni cento donne; l’età media totale è di 41,6 anni, per gli italiani arriva a 45,5 anni, mentre per gli stranieri è più bassa a 35,2 anni. All’anagrafe di Padova erano 223 a metà 2022 le persone iscritte all’indirizzo fittizio via Città di Padova, indirizzo necessario per poter accedere al servizio sanitario e non solo. L’ultimo Piano di accoglienza invernale attivato in città tra novembre e febbraio, ha dato sostegno a 169 persone, il 20 per cento in più rispetto alle 141 dell’anno precedente.

In stazione

«La priorità è dormire bene perché io ho avuto esperienze durante la mia vita qua a Padova e delle volte ho dormito in stazione. Un conto è dormire in stazione, un altro è dormire su un letto, perché se uno dorme in stazione il giorno dopo non riesce a fare niente… si siede in un bar e comincia a dormire». Questa è la testimonianza di una persona senza fissa dimora che usa i rifugi invernali di Padova raccolta dagli operatori della rete cittadina.

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