Corte Ue respinge il ricorso dei siriani deportati in Turchia

Respinto dalla Corte di giustizia europea il ricorso presentato da alcuni richiedenti asilo siriani contro Frontex: l'accusa nei confronti dell'agenzia Ue era di avere allontanato illegalmente dalla Grecia e deportato in Turchia queste persone prima che la loro richiesta di protezione fosse esaminata

Corte Ue respinge il ricorso dei siriani deportati in Turchia

Respinto dalla Corte di giustizia europea il ricorso presentato da alcuni richiedenti asilo siriani contro Frontex: l'accusa nei confronti dell'agenzia Ue era di avere allontanato illegalmente dalla Grecia e deportato in Turchia queste persone prima che la loro richiesta di protezione fosse esaminata.

I fatti, al centro della decisione, risalgono al 2016. Una famiglia formata da una coppia e quattro figli era fuggita da Aleppo e, attraversando la Turchia, era arrivata sull'isola greca di Milos. Undici giorni dopo l'arrivo era stata riportata in Turchia in un'operazione condotta da Frontex e dalle autorità greche, e in seguito trasferita in Iraq, dove vive ancora oggi.

Al tribunale europeo era stata presentata una richiesta di risarcimento di 96mila euro per danni materiali e 40mila euro per danni morali: l'assunto era che "se Frontex non avesse violato i suoi obblighi in materia di tutela dei diritti fondamentali nell'ambito dell'operazione di rimpatrio" i richiedenti asilo non sarebbero stati illegittimamente respinti verso la Turchia.

Nella nota si presentano le ragioni della decisione della Corte. Secondo i giudici, "la condotta contestata a Frontex non può aver causato direttamente l'asserito danno subito, corrispondente alle spese sostenute da tali rifugiati siriani in Turchia e in Iraq, e al loro sentimento di angoscia legato in particolare al volo di rimpatrio verso la Turchia".

Nella sentenza si sottolinea poi che "per quanto riguarda le operazioni di rimpatrio, Frontex ha soltanto il compito di fornire sostegno tecnico e operativo agli Stati membri". Secondo la Corte Ue, proprio gli Stati sono invece "i soli competenti a valutare la fondatezza delle decisioni di rimpatrio e a esaminare le domande di protezione internazionale".

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)