Ciclone Boris: mons. Wojda (Polonia), prestare ogni sostegno necessario “alle vittime delle calamità naturali”
Il presidente dei vescovi polacchi mons. Tadeusz Wojda domenica ha espresso la “vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da effetti delle devastanti inondazioni nella parte meridionale del Pese”.
Il presule ha anche lanciato l’appello rivolto a “tutte le persone di buona volontà” di prestare ogni sostegno necessario “alle vittime delle calamità naturali”. Le piogge torrenziali che negli ultimi giorni hanno colpito l’Austria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Romania e la Polonia causando forse anche dieci vittime, migliaia di persone evacuate, e provocando ingenti danni materiali, hanno spazzato via i ponti, allagato le città e fatto traboccare i laghi artificiali destinati alla raccolta delle acque piovane. In Polonia in alcuni centri urbani l’acqua ha raggiunto il livello dei lampioni della rete di illuminazione stradale. Questi momenti drammatici sono stati filmati da uno degli utenti della piattaforma X.
Il governo polacco ha inviato sui territori inondati l’esercito che con mezzi pesanti e anche con gli elicotteri cerca di salvare delle persone rifugiate sui tetti delle abitazioni. In grande pericolo è adesso Breslavia, la capitale della regione, situata lungo il fiume Oder e, a causa di molteplici corsi d’acqua che attraversano la città, chiamata anche Venezia del Nord. Nella notte è stato messo in funzione il grande bacino artificiale, costruito dopo l’inondazione del 1997 per proteggere il maggior centro abitato della Slesia, ma considerando l’abbondanza delle piogge, anche gli specialisti sono dubbiosi sulla sua tenuta. In pericolo è anche Cracovia. Il governo di Donald Tusk ha promesso aiuti economici alla popolazione e la ricostruzione delle infrastrutture nelle regioni colpite, anche rivolgendosi all’Ue, mentre l’Ucraina si è dichiarata pronta ad inviare in Polonia i mezzi di soccorso con dei macchinari speciali.