Brasile, Bolsonaro lancia un attacco su tre fronti: ambiente, armi e diritti umani
Gli ultimi quattro decreti sono arrivati dopo l’ultimo successo politico raggiunto con l’alleanza con il Centrão, un insieme di partiti di centro che hanno la maggioranza in parlamento, e l’elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato
Con gli ultimi quattro decreti il presidente del Brasile lancia un attacco su tre fronti: ambiente, diritti umani e armi.
I nuovi provvedimenti sono arrivati dopo l’ultimo successo politico raggiunto con l’alleanza con il Centrão, un insieme di partiti di centro che hanno la maggioranza in parlamento, e l’elezione dei nuovi presidenti di Camera e Senato. I decreti renderanno più semplice avere un’arma, il Piano nazionale dei diritti umani potrebbe essere rivisto senza coinvolgere la società civile e la contestata norma in materia di sfruttamento minerario sta ora viaggiando più spedita.
Il dossier armi. Con quattro nuovi decreti esecutivi, che dovranno essere approvati entro 120 giorni dal parlamento (ma senza dibattito sui contenuti), vengono ridotti i requisiti richiesti per comprare un’arma e cresce il numero di quelle che ogni cittadino potrà detenere. Nel dettaglio, le persone potranno avere sei armi invece di quattro (gli agenti, invece, potranno averne otto). Collezionisti, cacciatori e sportivi, inoltre, potranno avere un’arma con una certificazione di uno psicologo iscritto all’ordine, mentre non sarà più necessaria la prova con lo psicologo della polizia federale prevista finora. Aumenta poi il numero di munizioni che possono essere acquistate. Gli ultimi decreti, in ogni caso, si inseriscono nella stessa scia di provvedimenti che Bolsonaro aveva spinto sin dal suo insediamento, tanto che l’anno scorso le nuove armi da fuoco registrate nel paese sono state il 90% in più rispetto all’anno prima (nella maggior parte dei casi, sono armi registrate da “cittadini ordinari”).
Diritti umani. Lo scorso 10 febbraio il ministero per le Donne, la famiglia e i diritti umani ha reso pubblica la creazione di un gruppo per introdurre cambiamenti al Programma nazionale per i diritti umani, il maggiore documento sul tema nel paese. Ebbene, questo team, quattordici persone in tutto, è composto interamente da rappresentanti del dicastero, mentre non è stato incluso alcun rappresentante della società civile, del potere legislativo né di quello giudiziario. Inoltre, è stata vietata la diffusione di notizie sui lavori portati avanti dal gruppo fino alla loro conclusione.
Ambiente e popoli indigeni. Diversi recenti interventi sono stati riservati da Bolsonaro a questioni ambientali e legati alla popolazione nativa. Il presidente, infatti, intende accelerare lo sfruttamento minerario (e non solo) portato avanti attraverso una proposta di legge, la Pl191, che permetterebbe attività estrattive nelle riserve dei popoli indigeni, a cui verrebbe tolto anche il potere di veto su queste azioni, oggi previsto dalla Costituzione.
Il lungo approfondimento di Luigi Spera (da Rio de Janeiro, Brasile), "Brasile: Bolsonaro torna all’assalto su Amazzonia, armi e diritti umani", può essere letto su Osservatorio Diritti.