Argentina: il Senato approva la legalizzazione dell’aborto in via definitiva
Il Senato dell’Argentina ha approvato in modo definitivo la legge che legalizza l’aborto fino alla quattordicesima settimana di gestazione, senza condizionarlo ad alcuna motivazione.
Una scelta dirompente e a suo modo “storica”, sia per l’Argentina che per l’intero continente, contro la quale numerose organizzazioni di cittadini (il cosiddetto “fronte celeste”), la Chiesa cattolica e altre Chiese cristiane e confessioni religiose hanno combattuto una decisa battaglia. L’esito del voto, con uno scarto maggiore rispetto alle previsioni e opposto rispetto all’analoga votazione del 2018, ha visto 38 favorevoli, 29 contrari, un’astensione, con 4 senatori assenti. Contrariamente a quanto accaduto due anni fa, quando il Governo dell’allora presidente Macri si era mantenuto neutrale, l’iniziativa della proposta legislativa è stata dell’Esecutivo presieduto da Alberto Fernández e il disegno di legge era già stato approvato dalla Camera lo scorso 11 dicembre.
Il voto è stato trasversale, poiché dei 38 voti favorevoli, 26 sono arrivati dalla maggioranza peronista di sinistra, e altri 12 dalle opposizioni. La stessa società argentina si è profondamente divisa tra “fronte verde” e “fronte celeste”. Sono circolati nelle ultime settimane diversi sondaggi, anche con risultati contrastanti. Uno die più recenti, dell’istituto Opinaia, riferiva di un 49% di argentini contrari alla legalizzazione, contro un 35% di favorevoli e un 16% di indecisi. Altre rilevazioni, al contrario, hanno parlato di un certo numero di cattolici praticanti (oltre il 20%) a favore dell’aborto.
L’Argentina è il primo grande Paese latinoamericano (finora c’erano solo i casi di Uruguay, Cuba e Guyana) in cui l’interruzione volontaria di gravidanza viene consentita senza condizioni nelle prime settimane di gestazione. La Conferenza episcopale argentina aveva promosso dal 26 al 28 dicembre un triduo di preghiera e digiuno per la vita e anche ieri, attraverso la voce di vari vescovi, aveva chiesto di “salvare le due vite”, promuovendo sia la vita del nascituro che quella della madre.