Forte condivisione di vita e fede. “Il Mese”, dopo Casa Sant'Andrea, prende forma in due parrocchie cittadine

“Il Mese” Dopo l’esperienza dello scorso anno a Casa Sant’Andrea, ora la fraternità tra giovani ha “preso forma” anche in due parrocchie cittadine

Forte condivisione di vita e fede. “Il Mese”, dopo Casa Sant'Andrea, prende forma in due parrocchie cittadine

Da qualche tempo, l’ufficio di Pastorale dei giovani sta riflettendo sulle “fraternità”, esperienze nate in Diocesi da una ventina d’anni su impulso di alcuni preti e del Seminario Maggiore. «Pur essendo un format collaudato e diffuso, ci sembrava che talvolta rischiasse di trasformarsi in una sorta di camposcuola fuori stagione, perdendo la sua carica spirituale e relazionale – spiega don Paolo Zaramella, direttore dell’ufficio – Un elemento decisivo erano i tempi troppo stretti di una settimana, dentro cui si volevano inserire troppe attività». Da una ricerca della Pastorale dei giovani, è risultata di spessore l’esperienza della Diocesi di Senigallia, dove sono più di cento le fraternità avviate negli ultimi vent’anni. «La durata è di quattro settimane e propone un percorso di preghiera e di condivisione sul Vangelo del giorno, accanto a un tempo di lettura spirituale personale modellata sugli esercizi di sant’Ignazio». E così è nato “Il Mese”; lo scorso anno, nei locali di Casa Sant’Andrea, sono state realizzate quattro fraternità e quest’anno è partita la collaborazione della Pastorale dei giovani con le parrocchie del Torresino e di San Carlo. A San Carlo, in Padova – dopo una prima edizione guidata da don Alberto Sonda con quattro giovani della parrocchia – una seconda è in corso e terminerà il 20 dicembre. «Viviamo insieme i momenti di preghiera della mattina e della sera e condividiamo i pasti principali – racconta Luca – Abbiamo tutti vite diverse: c’è chi studia, chi lavora, chi entrambe le cose, per cui, a volte è complicato far quadrare gli impegni e gli orari di tutti, ma bene o male un compromesso si trova sempre. La cosa che più ci colpisce è la profondità che hanno raggiunto le relazioni che si stanno creando, le riflessioni proposte, ma anche pranzare e cenare assieme ci dà occasione di condividere pezzi di vita». Benedetta aggiunge: «Anche sotto l’aspetto della fede la fraternità ci sta smuovendo molto: il solo svegliarsi presto la mattina e zampettare infreddoliti fino alla cappellina in chiesa è un grande atto di fede, e dopo la prima settimana ci si comincia a chiedere: ma chi me l’ha fatto fare? Probabilmente il trovarci qui è stata una decisione nostra fino a un certo punto, poi sicuramente il Signore ci ha messo del suo». Silvia De Franceschi, collaboratrice apostolica diocesana, accompagna la fraternità con il supporto di don Diego Cattelan, vicario parrocchiale di San Carlo: «È un’esperienza che fa bene a tutti, anche a noi adulti, perché ci mette in sintonia e in ascolto l’uno dell’altro. Ogni giorno il Vangelo diventa davvero una guida che ognuno poi si trova a vivere nel suo ambito». In canonica al Torresino “Il Mese” si è concluso il 6 dicembre. «Dire di sì a un’esperienza come “Il Mese” per me ha significato mettermi in ascolto di una risposta “aperta”, che ridona la vita, che cambia le prospettive, che genera movimenti in uscita da sé, dalle proprie aspettative – racconta Myriam – Gesù è quella risposta che fa scaturire nuove domande: che cosa vuoi che io faccia per te? Chi cercate? Chi dite che io sia?». «È stata una grazia grande – racconta Silvia Sandon, che ha accompagnato “Il Mese” con don Vito Di Rienzo – impastare la mia vita con quella dei giovani in fraternità; quanto raccolgo dalle loro condivisioni, mi arricchisce e mi fa credere, con sempre maggiore certezza, che Dio chiama ancora, sempre e senza stancarsi, che il suo progetto di amore è in ciascuno di noi».

“Uniti nel dono”: come sostenere i sacerdoti

Attraverso: 1 - carta di credito sul sito www.unitineldono.it oppure chiamando il numero verde 800 825 000; 2 - tramite bonifico bancario - Iban: IT 33 A 03069 03206 100000011384 a favore dell’Istituto centrale sostentamento clero (causale: erogazioni liberali art. 46 L.222/85); 3 - conto corrente postale n. 57803009. Per altre informazioni sulla campagna della Cei “Uniti nel dono” – a sostegno dei 32 sacerdoti italiani, 300 dei quali impegnati in missione

Esperienza di spiritualità nel quotidiano

Simone: «Vivere momenti insieme sono cose che ormai da anni hanno iniziato a essere sempre più astratte... Dove sono finiti gli sguardi profondi tra due volti? Il condividere un sorriso davanti a una tisana? Il sentirsi accolti anche nelle proprie fragilità e debolezze? Questo, e molto di più, mi ha lasciato la fraternità». Giulia: «È stata per me un’esperienza di condivisione. Di spazi, momenti, preghiere, ma soprattutto di ciò che la parola di Dio smuove in ognuno di noi. Consiglio di vivere questa esperienza? Sì». Federico: «Ho vissuto la spiritualità nella quotidianità, incastrandola nelle attività ordinarie lavorative, ma anche di impegno in parrocchia». Laura: «Grazie a “Il Mese”, torno a casa con una consapevolezza nuova: avere fede non è solo pregare il Padre nostro nei momenti di sconforto o andare a messa tutte le domeniche. È dire “sì” ogni giorno al Signore, e mettersi al suo servizio lasciando che il suo amore colmi il cuore».

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