Fastro. Sabato 29 e domenica 30 tornano, ridimensionate, le feste quinquennali dedicate a sant’Antonio. Per celebrare in modo essenziale
L’emergenza coronavirus non impedisce alla parrocchia di Fastro (Belluno) di celebrare la Festa quinquennale di Sant’Antonio. Quest’anno niente quadri viventi né pranzi insieme a nipoti e pronipoti degli emigranti. E la processione con le reliquie sarà in forma ridotta. Ma ci sarà molto spazio per la spiritualità. «Invocheremo il Santo per vincere il flagello di questo virus» – afferma don Alberto Peron, parroco moderatore dell’Up di Arsiè.
È a lui che la comunità si è affidata nelle fasi più critiche della pandemia, invocandone l’aiuto. Adesso la piccola parrocchia di Fastro (Belluno) è pronta a stringersi attorno al suo patrono sant’Antonio, come fa ogni cinque anni celebrando la tradizionale festa in suo onore, a cui partecipavano centinaia di persone.
Quella di quest’anno – in programma per sabato 29 e domenica 30 agosto – è un’edizione ridimensionata a causa delle norme anti Covid: niente processione lungo tutta la via principale, facendo tappa davanti ai quadri viventi dedicati alla vita del Santo. Cinque anni fa i figuranti in costume impegnati nelle rappresentazioni erano quasi un centinaio. Quest’anno non sono presenti neppure i discendenti degli emigranti che da metà Ottocento abbandonarono queste cime diretti soprattutto in Brasile per fuggire dalla miseria. Nel 2015 la comunità accolse oltre cento brasiliani volati qui dallo Stato del Rio Grande do Sul per visitare la terra dei loro bisnonni.
Ma le restrizioni non impediranno alla parrocchia, che fa parte dell’unità pastorale di Arsiè, di dimostrare ancora una volta l’affetto nei confronti del Santo. La festa risale al primo dopoguerra, quando la comunità decise di ringraziare sant’Antonio con solenni cerimonie per aver risparmiato il paese nonostante si trovasse in una posizione strategica rispetto alla linea del fronte. Da allora la devozione si ripete ogni cinque anni: dapprima a ottobre, quando gli uomini scendevano dagli alpeggi, poi a fine agosto, quando gli emigranti stagionali tornavano a casa.
«Quest’anno è rimasto il cuore spirituale della devozione a sant’Antonio – afferma il parroco moderatore don Alberto Peron – Abbiamo l’occasione di celebrare insieme in modo più essenziale e forse più autentico la festa quinquennale». In parrocchia non arriva soltanto il busto dorato con la reliquia di sant’Antonio – la stessa che il 13 giugno scorso ha sorvolato in elicottero i luoghi simbolo del Coronavirus in provincia di Padova – ma anche una reliquia di san Francesco visto che ricorrono gli ottocento anni della vocazione francescana di Santo. Le reliquie vengono accolte nella chiesa di Fastro sabato 29 agosto, con la celebrazione delle 11. Alle 20.30 si tiene una veglia di preghiera che ha come filo conduttore i simboli antoniani. Ma la festa entra davvero nel vivo domenica 30 con le due celebrazioni eucaristiche: quella delle 10, presieduta da padre Giorgio Laggioni, e quella vespertina delle 16 presieduta invece da padre Egidio Canil a cui segue una breve processione con le reliquie, rispettando il distanziamento sociale. «Arriviamo fino alla piazza, che è addobbata con i gigli di carta e di seta preparati dalle nostre parrocchiane. E da lì diamo la benedizione, invocando il Santo per vincere il flagello di questo virus».
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