Elia dalla Costa. Un uomo di Dio tra le guerre
Si concluderanno domenica 25 marzo a Schio le celebrazioni che la diocesi di Vicenza e la parrocchia scledense dedicano al ricordo del venerabile mons. Elia Dalla Costa che è stato arciprete di Schio durante la grande guerra, vescovo di Padova e arcivescovo di Firenze nella seconda guerra mondiale.
Resta aperta fino a sabato 24 marzo, dalle 16 alle 20, all’Istituto di scienze religiose di Vicenza la mostra “Elia Dalla Costa e la Grande guerra” curata dall’Archivio del duomo e dell’associazione IV Novembre di Schio, con la collaborazione del Museo delle Forze armate di Montecchio Maggiore. «Una parte dell’esposizione – precisa Giacomo Tessarolo, tra i curatori della mostra – riguarda oggetti sacri di trincea, uniformi e talari con le insegne dei cappellani militari del tempo, con i quali mons. Dalla Costa tenne un costante collegamento. Inoltre è esposta una parte del catafalco con disegni dell’epoca utilizzato per la prima volta nel 1921 quando i resti del milite ignoto fecero tappa a Schio nel trasferimento dal cimitero della brigata Liguria sul Pasubio ad Aquileia».
L’archivio del duomo di Schio, che conserva 700 lettere di soldati che ringraziano il parroco Elia Dalla Costa per la vicinanza alle loro famiglie, ha curato la sezione documentale della mostra esponendone alcune accanto alla corrispondenza tra Elia Dalla Costa e il seminarista scledense Luigi Pizzolato, ordinato nel 1923.
Domenica 25 marzo alle 17 la narrazione Si levi il sole della pace. Elia Dalla Costa e le due guerre mondiali, nel teatro di Schio concluderà le manifestazioni vicentine in ricordo del venerabile, iniziate sabato 13 con il convegno “Elia Dalla Costa. Un uomo di Dio tra le guerre” aperto dal segretario di stato vaticano cardinale Pietro Parolin. Gli interventi hanno abbracciato l’intera esperienza pastorale di mons. Dalla Costa: l’ultimo periodo fiorentino, con mons. Gilberto Aranci e Giulio Conticelli, quello iniziale vicentino con Mariano Nardello e l’episcopato padovano con Enrico Baruzzo.
«Mons. Dalla Costa è stato alla guida della diocesi di Padova dal 1923 al 1931.
«Quando, il 7 ottobre 1923, fece il suo ingresso – spiega Baruzzo, laureato in storia e in scienze religiose con la tesi Pensiero e azione pastorale in Elia Dalla Costa – trovò una diocesi che non aveva superato la contrapposizione tra quanti avevano osteggiato il predecessore, Luigi Pellizzo e i suoi sostenitori. La gente apprezzò subito la riservatezza del nuovo vescovo, i modi misurati, la prudenza, la spiritualità intensa, i tratti del predicatore abile e preparato. Già si sapeva dei suoi studi teologici e filosofici compiuti a Padova ed era noto che era stato fatto cavaliere del Regno per il suo impegno nel dare ricovero ai feriti e per la vicinanza concreta ai soldati al fronte e alle famiglie travolte dalla prima guerra mondiale. Certamente questo contribuì alla sua nomina a vescovo e a creare un atteggiamento di accoglienza e di simpatia. Fu apprezzato pure il suo stile di vita povero e sobrio».