Aspettando la Settimana di preghiera per l'unità dei Cristiani

A pochi giorni dall'edizione 2017 della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, don Giovanni Brusegan fa il punto sul cammino ecumenico, rileggendo in particolare la Riforma luterana, di cui ricorrono i 500 anni, come «un evento che comporta un ripensamento del nostro modo di essere cristiani e di fare chiesa, un nostro modo di desiderare la salvezza e l’impegno spirituale del cristiano. La visita di papa Francesco a Lund segna un punto di non ritorno per le grandi conquiste compiute dalle chiese negli ultimi anni sulla via dell'unità.

Aspettando la Settimana di preghiera per l'unità dei Cristiani

Fino a qualche tempo fa l’ecumenismo, quale movimento di riconciliazione tra le chiese, sembrava marginale rispetto all’impegno e alla progettazione pastorale anche nella nostra diocesi. Sembrava un tema suggestivo, proprio del Vaticano II, ma riservato agli addetti, agli specialisti e non adatto alla vita delle nostre comunità.

Oggi invece ci si rende conto che senza dialogo, senza incontro con i fratelli di altre confessioni, ne perde la ricchezza dell’esperienza cristiana, ne perde la qualità della testimonianza ecclesiale, ne perde la mentalità con cui celebrare la propria fede, con cui credere e con cui spendersi nel confronto con le diverse sfide – il pluralismo religioso, il razzismo fondamentalista... – ormai presenti anche nel nostro territorio.

I cinquecento anni dal giorno in cui Martin Lutero affisse le sue 95 tesi sulle porte del castello di Wittenberg ci trovano in una condizione storica e culturale molto diversa dai secoli scorsi, dagli anniversari precedenti. Con quelle tesi Lutero interpellava la chiesa madre per avere delle risposte evangelicamente fondate su domande radicali della fede cristiana.

A distanza di 500 anni, possiamo riconoscere come chiesa cattolica il superamento dell’atteggiamento apologetico e controversistico, con la possibilità di un approccio più sereno alle istanze della Riforma luterana. Il famoso punto controverso riguardante la “giustificazione per fede” ci trova infatti consenzienti, seppur con diversità teologiche ancora presenti, nel riconoscere lo stesso assunto del primato della misericordia, dell’amore, della grazia di Dio rispetto a ogni merito o opera qualsivoglia del credente.

A questo convincimento comune, frutto di un cammino dialogico postconciliare laborioso, si aggiungono tappe e risultati insperati fino a cinquant’anni fa: ci chiamiamo e ci riconosciamo fratelli, non esistono più ostacoli così importanti da continuare a restare divisi. A Lund, dove si è recato per una celebrazione ecumenica di ricordo dei 500 anni della Riforma, papa Francesco ha testimoniato il punto di non ritorno raggiunto dal cammino ecumenico cattolico luterano.

Ma è preparata la nostra chiesa cattolica, la nostra diocesi, a camminare sulle orme del papa? Può ancora l’ecumenismo essere marginalizzato, senza una ricaduta effettiva, concreta nella vita delle nostre comunità?

L’impegno e le proposte della nostra diocesi, grazie all’ufficio ecumenico, mirano ad animare in questo processo evolutivo le nostre parrocchie. La Riforma deve diventare non una celebrazione, ma un evento che comporta un ripensamento del nostro modo di essere cristiani e di fare chiesa, un nostro modo di desiderare la salvezza e l’impegno spirituale del cristiano; nonché un modo rinnovato di autenticare il messaggio per una testimonianza più credibile e sintonizzata al mondo attuale.

La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è tradizionale, ma anche innovativa. Il suo titolo “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione” (2 Cor 5,14-20) intende affrettare il proposito e la pratica della riconciliazione tra cristiani, tra le chiese, sostenuti e promossi dall’amore del Cristo per noi.

Il programma prevede in anticipo per i presbiteri, per le comunità tutte, il convegno a più voci, titolato “Dal conflitto alla comunione” che cercherà di illuminarci sul cammino del dialogo luterano cattolico, dando strumenti conoscitivi per una adeguata pastorale, coerente al rinnovamento avvenuto tra le chiese. La qualità dei relatori, di varie confessioni, avvalorerà la mattinata prospettando, con gli approfondimenti teologici, concretizzazioni, frutto di una riforma attualizzata. Potremmo sperare si tratti di riflettere sulla Riforma per acquisire lo spirito e l’impegno delle riforme.

In seguito, il 17 gennaio, nel contesto della Giornata di dialogo cristiano ebraico, viene proposta la conferenza sul Libro di Ruth. In sintonia con i fratelli Ebrei, la chiesa cattolica ha scelto di leggere le cinque Meghilloth (i rotoli del Cantico dei Cantici, Ruth, Lamentazioni, Qohelet, Ester). Sarà relatore il rabbino capo di Padova, Adolfo Locci. Questa proposta, la lettura di un testo biblico da parte di un ebreo, di un rabbino, per la verità non nuova nella nostra diocesi, intende educarci all’ascolto di un maestro della bibbia per sentire il gusto dell’ascolto che ebbe a fare lo stesso ebreo Gesù.

Dopo questa giornata, si apre la settimana ecumenica tradizionale con le proposte celebrative quotidiane nel santuario di San Leopoldo e le meditazioni mattutine offerte da cristiani di chiese diverse su BluradioVeneto. Varie parrocchie e vicariati celebreranno, grazie ai sussidi offerti, con appuntamenti che prevedono incontri di preghiera nelle diverse zone pastorali. L’ufficio diocesano segnala in particolare la preghiera ecumenica ospitata presso la cappella San Giuseppe di Abano Terme, la serata di testimonianze su cammini di perdono e responsabilizzazione (nella chiesa metodista di corso Milano), il concerto con cori e voci delle varie chiese presenti in Padova e della Comunità ebraica.

La settimana sarà chiusa con il canto dei vespri ortodossi nella parrocchia ortodossa romena. “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”: questa parola ci sollecita a pregare e ad andare oltre la preghiera per un miglioramento personale, autentico e concreto. La situazione del mondo di oggi, attraversato da violenze e settarismi, rende ancora più urgente il nostro impegno in ordine a una riforma che sia rinnovamento ricco di gesti di dialogo e di solidarietà.

don Giovanni Brusegan
delegato della diocesi di Padova per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso 

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