Mistero dell’Eucaristia e mistero della Croce: il doppio mistero. Morto in Croce, ha annientato la morte
Il protagonista – il Figlio di Dio fatto uomo – a motivo dell’incarnazione ha sofferto ed è morto in croce. A motivo della sua persona divina ha potuto annientare la morte e diventare per noi pane di vita eterna
Istituendo il sacramento dell’Eucaristia Gesù lo ha collegato esplicitamente al sacrificio del Calvario perché il dono dell’ultima cena, trasfigurato dalla Risurrezione, è il suo corpo crocifisso e il suo sangue versato per il perdono dei peccati. Nell’Eucaristia convivono quindi la gioia di Pasqua che porta al rendimento di grazie e la memoria del grande sacrificio. Per entrare nei segreti rapporti del duplice mistero dell’Eucaristia e della croce, dobbiamo volgere lo sguardo al protagonista dei due misteri: il Figlio di Dio fatto uomo. Infatti, a motivo della natura umana assunta con l’Incarnazione, egli ha potuto soffrire e morire in croce, mentre a motivo della sua persona divina ha potuto annientare la morte e diventare per noi pane di vita eterna. Il motore segreto e unico dell’Eucaristia e della Croce è l’ineffabile amore divino che arde nel cuore della Santissima Trinità, un amore misericordioso per l’uomo da salvare, un amore folle che ricolma l’abisso che separa il Creatore e le creature, il Santo e i peccatori. L’eccesso dell’amore divino si rivela in ciascuno dei due misteri e si esalta nel loro reciproco intreccio. Cronologicamente precede il mistero eucaristico istituito da Gesù nell’ultima cena. Deborda la nostra capacità di intendere – e perciò è mistero accessibile solo alla fede – come sia possibile che le umili specie del pane e del vino consacrati possano contenere tutta l’umanità e tutta la divinità del Figlio di Dio fatto uomo. Se facendosi uomo il Figlio di Dio svuotò se stesso assumendo una condizione di servo (cfr. Fil 2,7), tanto più si abbassò col diventare pane di vita eterna, nutrimento destinato a comunicare la vita stessa di Dio. Nell’Eucaristia infatti Gesù abbraccia una singolare, misteriosa e dolorosa vulnerabilità: l’essere ristretto nella piccolezza dell’ostia, la solitudine nelle chiese chiuse e nei freddi tabernacoli, l’indifferenza di cristiani distratti, l’abbandono dei cristiani assenti e i furti sacrileghi. È davvero grande il suo amore che lo ha portato a rimanere con noi nell’Eucaristia fino alla fine dei tempi, pur sapendo che questo gli sarebbe costato tanta sofferenza! Sono benedetti coloro che ricambiano l’amore di Gesù partecipando assiduamente alla messa e coltivando l’adorazione eucaristica specie nelle chiese sempre aperte per l’adorazione perpetua!
Se il mistero dell’Eucaristia ha la precedenza cronologica, il mistero della croce ne è il fondamento. Il cuore dell’Eucaristia è il dono del corpo e del sangue di Cristo, cioè il dono della sua vita, e questo è avvenuto con la sua morte in croce. Questa morte è un mistero, un avvenimento che la nostra mente non riesce a comprendere. Perché è morto colui che dà la vita a ogni creatura? Perché è morto condannato come un bestemmiatore e un maledetto dalla Legge, Colui che è l’unico innocente e santo? La croce di Cristo è la risposta di Dio al peccato dell’umanità. È una risposta sapiente (1Cor 1,17-31) e potente perché è una risposta d’amore, un amore che vince col perdono la ribellione umana, un amore che ristabilisce la comunione tra la volontà divina e la volontà umana, un amore senza limiti. Dalla preghiera di Gesù nel Getsèmani – «Non come voglio io, ma come vuoi tu» (Mt 26 39) – e dal suo ultimo grido sulla croce – «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46) – comprendiamo che l’amore redentivo di Gesù ha preso forma nel rinunciare alla sua volontà umana e nell’abbandonarsi incondizionatamente alla volontà divina. Perciò ogni volta che celebriamo l’Eucaristia e la prolunghiamo nell’adorazione noi annunciamo la vittoria dell’amore crocifisso e siamo invitati a rinnovare il dono della nostra volontà amante alla Santissima Trinità per essere consacrati come autentici adoratori in spirito e verità.
Rete mondiale di preghiera per il papa: marzo
Intenzione di preghiera del papa Preghiamo perché coloro che in varie parti del mondo rischiano la vita per il Vangelo contagino la Chiesa con il proprio coraggio e la propria spinta missionaria.
Intenzione dei vescovi Preghiamo perché quanti vivono nel bisogno e nell’emarginazione, ricevano il necessario aiuto da fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre.
padre Domenico Maria Fabbian
Eremita Diocesano