Cent'anni fa, il 1° gennaio, nasceva mons. Luigi Sartori, il grande traduttore del Vaticano II
Il teologo originario di Roana nasceva cent’anni fa, il 1° gennaio. Ne evidenziano l’eredità, ma anche lo stile inconfondibile, don Andrea Toniolo e don Riccardo Battocchio
«Un teologo che apriva inediti fronti di pensiero, spalancava finestre, ridestava intuizioni illuminanti»: per don Andrea Toniolo, padovano, preside della Facoltà teologica del Triveneto, il ricordo di mons. Luigi Sartori nel centenario della nascita va anzitutto al suo stile inconfondibile messo in pratica per decenni, si può dire fino all’ultimo respiro, nell’insegnamento di Ecclesiologia ed Ecumenismo in Seminario a Padova e nella Facoltà teologica interregionale. Un respiro dialogico, manifestato subito dopo la conclusione degli studi di teologia alla Gregoriana di Roma, nel 1954, con la fondazione della rivista Studia Patavina, affidatagli dal vescovo Bortignon (ne fu segretario fino al 1967) con l’obiettivo di ristabilire il dialogo tra Seminario e Università, simbolo della cultura laica. Vennero quindi i tempi del Concilio Vaticano II a cui mons. Sartori prese parte, accanto al vescovo Girolamo; nel 1964 fu chiamato come “perito” della Conferenza episcopale italiana con l’incarico di tradurre i lavori conciliari nella sala stampa. Dai lavori conciliari, a partire dalla “rivoluzione copernicana” della Lumen Gentium, venne la conferma, sottolinea don Toniolo, di «una Chiesa che non giudica, che non si pone con l’atteggiamento superiore e distaccato della maestra, ma è soprattutto madre misericordiosa, che dialoga con il mondo non guardandolo con sospetto e diffidenza ma con la disponibilità a imparare da esso, immergendosi nella contemporaneità». Sartori divenne il grande traduttore del magistero conciliare per Padova e non solo. Un traduttore creativo perché, evidenzia ancora don Toniolo, «il Concilio ha aperto il quesito su quale forma la Chiesa deve assumere in questo tempo, ci ha detto cosa lasciare, ma resta da capire cosa prendere, come attuare una Chiesa ministeriale, sinodale, dialogica, capace di accogliere tutto quello che viene dalla storia, perché lo Spirito Santo agisce in tutta la storia». Don Luigi Sartori non ha mai voluto cimentarsi in manuali sistematici, il suo metodo era tutto proteso verso aperture audaci che individuava e indicava lasciando poi ad altri il compito di sviluppare e sistematizzare. La sua era una teologia del quotidiano, fatta sui quotidiani con i fatti di ogni giorno. Si apre qui anche il grande capitolo dell’impegno ecumenico, un “pensare ecumenico” che significa lavorare insieme, nel riconoscimento della propria parzialità. Fu consultore del Segretariato romano per l’unità dei cristiani (ora Pontifico consiglio) dal 1969 al 1980; dal 1972 al 1988 fu membro di Fede e costituzione del Consiglio mondiale della Chiese di Ginevra e, dal 1967 al 1995, consulente teologico nazionale del Segretariato attività ecumeniche. Nel 1969 mons. Sartori fu cofondatore dell’Associazione teologica italiana di cui fu presidente dal 1969 al 1989. «La situazione era molto diversa dall’attuale – commenta don Riccardo Battocchio, attuale presidente dell’Ati – Non c’erano le facoltà teologiche, non c’era una presenza numerosa di teologi laici, tantomeno di laiche. Era il momento il cui la teologia italiana cominciò a porsi come soggetto con caratteristiche proprie. Sartori si dimostrò attivo nella promozione del lavoro comune, incoraggiò i giovani teologi a prendere la parola, a pubblicare, a uscire dai Seminari, a declericizzare la teologia. Portò gli studi teologici a farsi carico delle domande che vengono dalla vita e dalla storia. Aveva la spiccata capacità di fare sintesi mettendo insieme le voci dei partecipanti in modo che ciascuno potesse dare il proprio contributo. Già prima della fondazione dell’Ati, alla fine degli anni Cinquanta, aveva riunito i teologi del Triveneto per esperienze annuali di coordinamento di voci diverse, con diverse caratteristiche e orientamenti teologici. Oggi, che sono passate quattro generazioni di soci, posso dire che l’eredità di mons. Luigi Sartori resta nell’atteggiamento dialogico nei confronti delle diverse culture, esperienze, tradizioni. Si pratica una teologia dialogica, ecumenica, pastorale».
1° gennaio, messa a Roana con il vescovo
Lunedì 1° gennaio, solennità di Maria Madre di Dio, centenario della nascita di mons. Luigi Sartori, il vescovo Claudio presiederà la messa nella chiesa parrocchiale di Santa Giustina, alle ore 18, a Roana.