Una spesa produttiva. Immettiamo “lubrificante” negli ingranaggi dell’economia tricolore, in gioco centinaia di migliaia di posti di lavoro
Tutte le statistiche rimarcano il forte aumento di liquidità nei nostri conti correnti nel corso degli ultimi 15 mesi: molto per l’insicurezza del momento, un po’ per la mancanza di occasioni di spesa.
È giunta l’ora di aprire i nostri portafogli, e di spendere. Non è un inno al consumismo, questo; ma un invito al consumo tra l’altro chiaramente indirizzato: ora, qui in Italia. C’è bisogno di immettere “lubrificante” negli ingranaggi dell’economia tricolore, ci giochiamo centinaia di migliaia di posti di lavoro e, nel medio periodo, il nostro benessere. (Alla voce benessere si considerino corollari come la copertura sanitaria universale, la previdenza, l’istruzione, la sicurezza pubblica…).
Fieno in cascina ce n’è. Tutte le statistiche rimarcano il forte aumento di liquidità nei nostri conti correnti nel corso degli ultimi 15 mesi: molto per l’insicurezza del momento, un po’ per la mancanza di occasioni di spesa. Una fetta di popolazione italiana sta soffrendo parecchio, ma la maggioranza della stessa ha avuto l’opportunità di mantenere il proprio tenore di vita e aumentare i risparmi.
Ora, spendiamoli almeno un po’. E facciamolo in Italia, magari con prodotti e servizi nostrani. Non è sciovinismo da quattro soldi, ma la semplice constatazione che le fabbriche e i negozi devono tornare a regime, se non vogliamo che chiudano per sempre. Un’eventualità – capiamolo bene tutti – che nell’immediato fa soffrire chi incappa nelle chiusure, ma nel medio termine la pagheremmo come società complessivamente intesa.
Le banali vacanze fatte in territorio nazionale innescano un circuito virtuoso che va dagli alberghi alle pasticcerie, dai produttori di beni alimentari ai fornitori di servizi specifici, dai trasporti all’industria culturale. Un gelataio che vede funzionare il suo business, magari affitta un nuovo spazio commerciale, lo allestisce, acquista nuovi macchinari e frighi, assume addetti al punto vendita. Dalle cialde dei coni alle resistenze dei freezer, si muove un mondo.
Quindi è l’occasione giusta per aprire il borsellino. Non fosse altro per il fatto che oggi spesso si possono spuntare prezzi quasi di saldo per diversi prodotti, facendo felici nel contempo chi acquista e (un po’ meno) chi vende. Infine anche lo Stato, che sulle transazioni commerciali e sui redditi da lavoro trae la linfa che lo sostiene. E siccome lo Stato siamo noi…