Gemelli diversi. Un 2021 da giocarsi su tutti i fronti per non restare in balia della situazione
L’incognita-pandemia è ancora così presente che non è possibile prevedere se vincerà il gemello della ripresa economica o quello della stagnazione.
Si apre sotto il segno dei Gemelli questo 2021 per l’economia italiana: ma non si sa quale sarà il gemello a prevalere. L’incognita-pandemia è ancora così presente qui e nel resto del mondo, che non è possibile prevedere se vincerà il gemello della ripresa economica, più o meno intensa; o quello della stagnazione o, peggio, della recessione. Se continua così, la partita è già vinta dal secondo; ma vaccinazioni e la bella stagione ci “costringono” ad essere positivi.
Una cosa è certa: si dovrà far di tutto per non lasciarci in balia della situazione. L’Europa comunitaria ha messo in piedi un gigantesco plafond monetario per vitaminizzare le economie dei suoi Stati membri, all’Italia toccheranno 209 miliardi di euro – cifra spaventosa, ma non si sa da quando disponibile. La ripresa della vita normale porterà pure fiato alle nostre esportazioni, la linfa vitale che ci sorregge da anni e che riprenderà vigore dal normalizzarsi di trasporti, movimenti delle persone, stato di salute generale. Ha pagato pegno, nel 2020, l’export di macchinari, moda, mobili tra tutti; ha tenuto l’agroalimentare e poco altro.
Torneranno a poco a poco – si spera con un flusso ben maggiore in estate – i turisti e il grande indotto che ne deriva. Sarà un momento decisivo per l’Italia: altrimenti, decine di migliaia di piccole imprese legate al turismo chiuderanno i battenti, seguendo quelle che non ce l’hanno fatta finora.
Il grande sforzo finanziario messo in piedi per la ripresa dovrà anche rivitalizzare settori quali la sanità, l’edilizia, le auto tramite lavori pubblici e bonus “stimolanti”, su tutti il famoso 110%. E dovrà mettere le basi all’economia che verrà: digitale, ecologica, sostenibile, sempre più tecnologica. Un mix tra Israele e Islanda, start up innovative e rispetto dell’ambiente. Oddio, questo almeno nei desiderata…
Sarebbe infatti buona cosa se non ci si dimenticasse delle vecchie, care cose (di pessimo gusto) che dobbiamo rabberciare per vedere un 2050 ben diverso dal 1950: una giustizia completamente diversa per tempi ed efficacia; una pubblica amministrazione che scopra le gioie della modernità; una scuola che guardi al Mit di Boston e non al Pinocchio di Collodi; un welfare che si renda finalmente conto di cosa siano oggi la famiglia, gli anziani, i portatori di disabilità, i poveri. Mettiamoci dentro una vera politica di accoglienza e integrazione dei tanti stranieri che hanno scelto l’Italia per viverci, e questo 2021 sarà conquistato dal primo gemello, quello che sulla maglietta ha scritto: più di ieri, meno di domani.