Torre, 245° anniversario di consacrazione della chiesa

Secondo fine settimana di festa patronale per la parrocchia di San Michele Arcangelo di Torre.

Torre, 245° anniversario di consacrazione della chiesa

Dal 29 settembre al 1° ottobre la comunità si ritrova per la sagra che vanta una tradizione di oltre cinquant’anni. Nel tempo i festeggiamenti si sono estesi anche alla prima domenica di ottobre, oltre all’ultima di settembre, in onore della Madonna del Rosario, copatrona della prima parrocchia sorta fuori dalle mura della città, secondo le testimonianze storiche che ne attestano la presenza subito dopo il Mille. Una sagra ricca di iniziative che ruotano attorno al 245° anniversario della consacrazione della chiesa. «Ogni anno – spiega don Giuseppe Tommasin, il parroco – la sagra è legata all’anniversario, ma ogni cinque anni diamo maggiore importanza per mettere in risalto il senso di riconoscenza verso chi ci ha donato questa bella chiesa artistica. La festa è un modo per dire grazie, ma anche per ricordare che dobbiamo impegnarci per fare buon uso di questo dono». Per dare rilievo all’anniversario sono previsti due appuntamenti culturali con Andrea Nante, direttore del Museo diocesano di Padova: venerdì 29, alle 21, interviene sulla storia e l’arte nella chiesa parrocchiale; il 30, alla stessa ora, fa da guida per un “notturno d’arte” all’interno della parrocchiale. Il ricordo dei due patroni viene tradizionalmente anticipato alla domenica: il 24 si è ricordato san Michele, mentre il 1° ottobre si celebra la Madonna del Rosario con alle 10 la messa solenne durante la quale si ricordano gli anniversari di matrimonio (25 e 50 anni). «La sagra di Torre – conclude il parroco – si colloca a inizio autunno, dopo le tante esperienze estive, fra cui la bella partecipazione di 19 giovani alla Gmg ed è occasione che dà una spinta per ripartire come comunità. Quindi ringraziamo da una parte per le cose belle dell’estate appena trascorsa e allo stesso tempo invochiamo che sia un anno pastorale positivo, ricordando anche il cammino sinodale che stiamo vivendo come Diocesi. La ripresa di una sagra ricca di proposte come prima del Covid, con tanti volontari e persone che si mettono a disposizione, è input a uscire con entusiasmo ritrovato per gustare la bellezza del ritrovarsi come comunità».

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