Stoccareddo. Comunità riunita per fare memoria

Stoccareddo La comunità si è riunita per festeggiare i cento anni dalla benedizione della chiesa. Ricordando chi ne ha voluto la ricostruzione dopo la Prima Guerra mondiale

Stoccareddo. Comunità riunita per fare memoria

Il 100° anniversario della benedizione della chiesa di Stoccareddo è stato una scoperta casuale, emersa consultando la cronistoria parrocchiale soltanto qualche settimana fa. Ma la comunità non si è lasciata scoraggiare del poco tempo a disposizione e ha organizzato una festa semplice, anche per rispetto degli eventi che hanno portato alla ricostruzione dell’edificio, ma vissuta nell’emozione dei ricordi del passato comune. Sabato 28 ottobre, la parrocchia di Stoccareddo, che fa parte dell’unità pastorale di Gallio – che comprende anche Foza e Sasso – si è riunita per l’eucaristia, presieduta dal parroco Federico Zago e concelebrata da don Claudio Campesato, collaboratore festivo; erano presenti anche il sindaco e le autorità locali. Molto toccante l’omelia del parroco che ha ricordato come, dopo la Prima Guerra mondiale, la principale preoccupazione dei nonni di Stoccareddo sia stata la ricostruzione della chiesa, necessaria per ritrovarsi nella fede e nel desiderio di ricominciare dopo tanto dolore. Il pensiero è andato anche al giovane Riccardo Baù, che a giugno scorso ha perso la vita a causa dell’esplosione di un ordigno bellico mentre lavorava alla sua abitazione. Un secondo ordigno rimasto inesploso è stato fatto brillare lo scorso 26 ottobre. Ai cittadini di Stoccareddo e di contrada Zaibena – accolti per l’intera giornata nell’auditorium di Gallio – il vescovo Claudio ha indirizzato una lettera di vicinanza. «Anche questo secondo evento, legato alla presenza di vecchi ordigni nel nostro territorio, ha portato i nostri ricordi al giovane Riccardo e a tutti i nostri cari che hanno combattuto sulle montagne – sottolinea Leonilda Baù del consiglio pastorale parrocchiale – Con la celebrazione di questo anniversario il ringraziamento va soprattutto ai nostri nonni, a quelli che sono morti combattendo e ai sopravvissuti che si sono preoccupati di lasciarci in eredità questa bella chiesa nella quale ritroviamo la nostra bella storia». La festa è continuata con la cena comunitaria, in semplicità, nella sede della pro loco.

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