Il Vescovo Giuseppe Alberti si è insediato a Oppido Mamertina. Insieme sulla via del Signore
Vescovo Giuseppe Alberti Domenica scorsa, nella Cattedrale di Oppido Mamertina, l’ingresso nella sua nuova Diocesi. Caldo l’abbraccio dei fedeli
«Prima di arrivare qui tra voi ho compiuto un ultimo gesto di affidamento, mettendo nelle mani di Maria la mia vita e il mio ministero episcopale. So che la Madre celeste è sempre attenta alle nostre richieste e desidera accompagnarci nei nostri passi verso il suo Figlio, insegnandoci disponibilità generosa, collaborazione sincera, larghezza di cuore, capacità di cambiamento, apertura alle novità di Dio e alla storia perché diventi dono di salvezza per le persone e i popoli, a partire da noi e le nostre comunità». Ha concluso così – il vescovo Giuseppe Alberti – l’omelia della messa di ingresso, domenica 10 dicembre, nella sua nuova “casa”: la Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, in Calabria. «La nostra Diocesi – ha continuato – vive con particolare partecipazione l’Avvento del Signore che, in qualche modo, viene rappresentato nella figura del vescovo pastore che ricorda la fedeltà di Dio nei confronti del suo popolo nel portare a compimento le promesse e offrire una presenza di consolazione. Il responsabile della Chiesa locale, in comunione con il Santo Padre e i confratelli vescovi, è chiamato a essere segno e strumento della sollecitudine amorevole del Padre che si prende cura di tutti i suoi figli, la cura pastorale». E ancora: «Sento che il Signore si fa vicino alla nostra vita con questa sollecita amorevolezza, con questa attenzione di fronte alla possibile dispersione, con la disponibilità di portare il peso della fatica nell’accompagnare e sostenere, che si prende a cuore chi gli è stato affidato. Il desiderio è di poter essere riverbero di questa benevolenza divina, nell’intreccio della corresponsabilità pastorale con i presbiteri e i diaconi, nella fattiva e reciproca attenzione egli uni verso gli altri che ci permette di far circolare il precetto evangelico della carità». «Si tratta di “preparare la via del Signore, di raddrizzare i suoi sentieri” (cfr. Mc 1,3). È l’annuncio profetico di Isaia che viene ripreso da Giovanni Battista. Ogni cosa importante, ogni avvenimento significativo, ogni venuta annunciata, esige preparazione, chiede da parte nostra un atteggiamento di apertura che si predispone all’accoglienza, all’ospitalità, alla capacità di vivere tutto ciò come un dono. A me e a voi viene chiesto di prepararci a questa novità di presenza reciproca con un atto di fiducia nel Signore. (...) So che c’è stato un grande e lungo cammino di sinodalità, fatto di riflessione, di confronto, di discernimento personale e comunitario, recentemente concluso. La via preparata il Signore ora ci invita a percorrerla, lo faremo assieme, e se dovremo raddrizzare qualche sentiero, ci daremo una mano». «Non vogliamo fare progetti programmatici, abbiamo già il Vangelo di Gesù e ancor più il dono del Suo Spirito che continua a parlare alla sua Chiesa, continua a soffiare, a venire in mezzo a noi con le sue ispirazioni e suggerimenti per il bene comune (cfr. 1 Cor 12,7). Vale la pena rimanere aperti a questo ascolto che diventa fonte di luce per individuare la via e la forza per percorrerla. «È lecito sognare, come Pietro nella seconda lettura, “aspettare nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia” (Pt 3,13). È lecito farlo se alimentiamo il desiderio sincero della venuta del Signore, del compimento del suo Regno, se collaboriamo con lui nella edificazione di una umanità nuova, disposta a vivere la vocazione evangelica e la testimonianza profetica della fraternità».