Avvento. Un unico Verbo che congiunge cielo e terra
L’Avvento è un tempo in cui leggere l’annuncio buono in tutta la sua magnifica inesauribilità, come fa da sempre l’arte, profezia che non tace dentro la tradizione cristiana. Ci facciamo aiutare da una Deposizione fiorentina...
Il tempo di Avvento è tutto percorso dagli echi della profezia. Le metafore si moltiplicano per dire che la Luce viene nel mondo, che Dio-Agape insegue l’umanità amata fino nel profondo del deserto, che il Vittorioso prepara la sua giustizia per il “giorno rovente come un forno”, che in un neonato può abitare “tutta la pienezza della divinità”, che un unico Verbo sa interrompere il “profondo silenzio” della storia e congiungere cielo e terra. Che il Leone della tribù di Giuda ha un passo così delicato da non spezzare nemmeno una delle punte dei cristalli di brina sui prati, dove la macchina mortale del tempo diventa stagione. Che il Leone della tribù di Giuda è l’Agnello immolato e ritto. Il canto della liturgia ha gli occhi levati verso l’alto. «Rorate, caeli», fate scendere la rugiada sulle rughe della terra infeconda, fino nella gola degli ònagri assetati che aspirano l’aria per darsi refrigerio mentre il clima è arido. Piova la misericordia su ogni fame, ogni sete, ogni male, ogni mancanza di amore. È un tempo in cui leggere l’annuncio buono in tutta la sua magnifica inesauribilità, come fa da sempre l’arte, profezia che non tace dentro la tradizione cristiana. A Firenze, in una chiesa minore, San Carlo, c’è una tavola dove le polveri dei colori a tempera sono state impastate con quella rugiada, opera del Medioevo più prodigo di amore a Dio. L’autore è Niccolò di Pietro Gerini. È una Deposizione in cui il Salvatore, inerte sopra un lenzuolo di stelle, è pianto dal coro dei primi cristiani. Anzitutto sua Madre, avvolta in una veste blu come la notte. Poi i santi e gli altri agnelli del gregge del Buon Pastore; un tripudio di colori e un luccicare di aureole. Ma la luce che rischiara il buio dello sfondo è in quel bacio con cui Giovanni, il discepolo della divina parzialità, il più amato, sfiora la mano sinistra del Signore, sollevandogli il braccio. Un tono di azzurro più chiaro proprio al centro dell’opera, nel cuore della vicenda dell’alleanza.
Maria martire nello spirito, non meravigliatevi
«Non meravigliatevi, o fratelli, quando si dice che Maria è stata martire nello spirito. Si meravigli piuttosto colui che non ricorda d’aver sentito Paolo includere tra le più grandi colpe dei pagani che furono privi di affetto. Questa colpa è stata ben lontana dal cuore di Maria, e sia ben lontana anche da quello dei suoi devoti» (san Bernardo)
Anna Valerio