Scoprire angoli di città che non si conoscono: una passeggiata per "rileggere" l'Arcella
L'iniziativa rientra nel progetto ContArcella e ha coinvolto alcuni cittadini e residenti in un tour pomeridiano per scoprire come sta crescendo il quartiere. Tra il minimarket del ragazzo bangladese alla libreria di due giovani ragazze determinate fino al patronato di Sant'Antonino. Raccontare, insomma, la quotidianità che spesso non viene vista.
Una passeggiata pomeridiana nel primo caldo della stagione primaverile in giro per l’Arcella per scoprire angoli di città che spesso gli stessi residenti non conoscono. Una rilettura passo dopo passo che si inserisce nell'ambito del progetto "ContArcella" che intende raccontare il quartiere seguendo il tema del libro in tutte le sue forme. Tra i presenti all'iniziativa di sabato 21 maggio c'erano gli ideatori del progetto, tra cui l'associazione Xena e Angoli di mondo, organizzazione che da più di 30 anni è attiva sul territorio per diffondere il concetto del consumo responsabile e del commercio equo-solidale: «Non è stata una passeggiata convenzionale – spiega Monica – anche perché nel quartiere ci sono pochi monumenti da visitare. Abbiamo deciso di puntare sulla realtà, su quello che si vede, dimostrare che le cose qui in Arcella si muovono in simbiosi».
Una camminata all'insegna del quotidiano e della normalità passando dal minimarket gestito da un ragazzo bengalese, alla libreria Limerick , la prima in zona e gestita da due giovani ragazze, fino ad arrivare al parco Milcovich in festa grazie a una iniziativa di sport e integrazione promossa dalla polisportiva SanPrecario. Trait d'union del giro sono stati i libri letti, di tappa in tappa, e trasportati con la 'limo-bike', una libreria mobile che amplia il concetto del book-sharing, costruita con materiali di recupero dal nuovo spazio Riparati di Angoli di mondo.
Il tour si è poi concluso nel patronato di Sant'Antonin con la presentazione dei libri "Uallai" e "Omero è nato a Mogadiscio", tragicomici racconti degli aspetti quotidiani e complessi di integrazione dei migranti, a cura di Michele Brusini e Sandro Lano, operatori della Caritas di Udine. «Chi ha partecipato era molto contento – racconta Valentina - c’erano anche insegnanti, una di loro era molto coinvolta perché ha vissuto nell'Arcella e conosceva vari aneddoti come quello della statua di Sant'Antonio che in precedenza si ergeva proprio al centro della strada. E’ bello conoscere nuove storie e scoprire, ad esempio, che c’è chi viene in questa zona per rilassarsi».
Esperienza positiva, c’è ancora qualcosa da sistemare, ma il primo atto è andato a buon fine: «Noi di Angoli di mondo – conclude Monica - siamo qui nell'Arcella da qualche anno, abbiamo deciso di trasferirci e di lavorare in questa zona di Padova e volevamo aprire la mente con questa iniziativa perché noi possiamo raccontare il quartiere con il sorriso».