Il sistema sanitario palestinese è distrutto: lettera dei “Sanitari per Gaza”

La rete degli operatori sanitari pubblica un dossier e denuncia: “458 operatori sanitari uccisi, 311 operatori sanitari arrestati, 1014 attacchi alle strutture sanitarie. Tutti i 36 ospedali sono stati attaccati. Oggi solo due parzialmente funzionanti. E' genocidio”

Il sistema sanitario palestinese è distrutto: lettera dei “Sanitari per Gaza”

“Distruggere sistematicamente il sistema sanitario di una popolazione è prova di genocidio: con questa lettera aperta vi chiediamo di opporvi con risoluta decisione al genocidio del popolo palestinese in atto”: è l'appello contenuto nella lettera inviata alle principali istituzioni italiane dai Sanitari per Gaza, rete di operatori sanitari solidali con la popolazione palestinese e parte di un network internazionale. “I medici ed il personale sanitario uccisi, gli ospedali e le ambulanze distrutti, le medicine assenti, i pazienti che non passano dai check-point e dal confine sono una realtà di fatto, frutto di una politica sistematica diretta a rendere la vita impossibile per tutta la popolazione di Gaza”, scrivono.

A dimostrazione di quanto denunciato, la rete ha prodotto, aggiornato e diffuso un dossier sulla distruzione del sistema sanitario palestinese: “Lo inviamo come strumento di informazione perché prendiate atto e vi pronunciate pubblicamente a proposito dei crimini che esso illustra nel dettaglio e comprensivamente”.

Sulla base dei dati contenuti nell'opuscolo, il 28 marzo 2024 si contavano 458 operatori sanitari uccisi, 311 operatori sanitari arrestati, 1014 attacchi alle strutture sanitarie. “Tutti i 36 ospedali sono stati attaccati con tattiche di accentramento e ad oggi se ne contano soltanto due parzialmente funzionanti – riferiscono i Sanitari per Gaza - I medici hanno spesso resistito a farsi sfollare e hanno riaperto sia pure con pochissimi mezzi i reparti negli ospedali dopo gli attacchi. Per questa loro resistenza sono stati duramente repressi ed uccisi anche di fronte ai propri pazienti. Noto il caso del Dott.r Muhammad Zaher al-Nono giustiziato all’interno dell’ospedale di Al Shifa lo scorso aprile dai soldati israeliani perché si rifiutava di evacuare l’ospedale e di abbandonare i propri pazienti. Ed anche in centinaia sono stati imprigionati e tradotti in luoghi non noti. Dopo mesi di detenzione alcuni sono stati rilasciati con segni fisici di tortura, di molti altri non si ha notizia”.

Ancora, “i pazienti che non riescono ad essere curati a Gaza, ormai più di 11.000 per cui è stato chiesto il trasferimento all'estero, non ottengono gli aiuti politici e economici né accoglienza in strutture ospedaliere all'estero, se non in numero risibile”.

La gravità della situazione è stata in questi giorni resa evidente dal “reperimento di fosse comuni con centinaia di morti all'ospedale di Nasser e in altre zone – ricordano i Sanitari per Gaza - Il dossier da noi preparato sarà utilizzato presso le Istituzioni legali che lavorano sui crimini di guerra e sul probabile genocidio a livello internazionale, la Corte Penale di Giustizia per crimini di guerra e la Corte Internazionale di Giustizia all'Aia”.

Di qui l'appello alle istituzioni italiane: “Non ci possiamo voltare dall'altra parte ed essere complici, dopo la terribile lezione di indifferenza e collaborazione di più di 80 anni fa, questa volta del genocidio del popolo palestinese. Chiediamo quindi che venga condannato il genocidio perpetrato ai danni del popolo palestinese ad opera di Israele, che si condanni il colonialismo, cessi il fuoco sui palestinesi, che si smetta di appoggiare ed armare Israele e che si faccia un decreto che permetta l'arrivo in massa di pazienti palestinesi dalla striscia di Gaza e garantisca il loro ritorno”. La rete chiedere quindi al governo di “assumere le responsabilità che tutti gli Stati hanno di fronte alle raccomandazioni della Corte internazionale di Giustizia, che ha deliberato il 26 gennaio 2024 e di nuovo ribadito a febbraio che c'è ragionevole presunzione di un genocidio in corso a Gaza e che gli Stati membri devono agire con tutti i mezzi per impedirlo. Omissioni di azioni in questa direzione sono atti di complicità per cui gli stati sono sanzionabili. Noi vi chiediamo di rendere pubblico cosa stanno facendo l'Italia e lo Stato Vaticano per aderire a queste raccomandazioni”.

Infine, i Sanitari per Gaza chiedono che il governo riattivi i finanziamenti diretti all'UNWRA, per sostenerne il lavoro e l'impegno.

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)