Comboniani e Sma. Per imparare a riconoscersi fratelli in Cristo
Fare animazione missionaria per l'Africa, riconoscere il volto di Cristo nei più poveri, negli ultimi e negli esclusi, rispondere ai bisogno e alle provocazioni del momento: per i padri Comboniani e per i sacerdoti della Società Missioni Africane il cuore del servizio è questo, un cammino di fraternità attraverso la relazione con Gesù.
Necessario però che il percorso sia supportato anche da una coscienza critica, dalla condivisione e dall'apertura all'altro che porti ad un dialogo interculturale...
Accompagnamento, incontro con la Parola di Dio, servizio agli ultimi e avvicinamento a una dimensione di informazione critica: sono questi i quattro baluardi sui quali i Comboniani puntano nella formazione missionaria per i giovani. Ma sono anche aspetti che incarnano il carisma di Daniele Comboni, primo vescovo dell’Africa centrale e fondatore della congregazione nel 1867.
«Il nostro carisma – spiega fratel Alberto Parise, referente della pastorale giovanile missionaria – è vivere la missione verso i popoli in una prospettiva di rinascita, camminare insieme, affiancandoli in un percorso di fraternità che si esplica nella relazione con Gesù e che coinvolge tutti gli aspetti della vita. Questo avviene sia nel Sud del Mondo che qui in Italia. L’approccio alla missione è lo stesso: ci viene chiesto un incontro, un cammino che implica impegno, dialogo per imparare a conoscere l’altro, la sua visione del mondo e della spiritualità. Basilare resta sempre l’ascolto della Parola. Poi però non ci si può fermare, il servizio agli ultimi non è sufficiente se non è supportato dalla ricerca delle cause strutturali».
I Comboniani oggi, in diocesi, operano soprattutto fra i richiedenti asilo: una realtà che li coinvolge anche in un'ottica di attenzione alla giustizia, alla pace e all'integrità del Creato; perché è l'eclissi di queste dimensioni che spesso si ritrova alla base dei fenomeni migratori, che provocano tutti a interrogarsi sulle cause remote della situazione che stiamo vivendo. C’è bisogno di impegno e azione di informazione critica. In questo non si può agire da soli, ma bisogna muoversi di concerto. Il servizio di animazione missionaria nelle parrocchie e la pastorale giovanile hanno dunque lo scopo di aprire al mondo e alla missione per facilitare spazi di incontro fra giovani e richiedenti asilo, per aprire un dialogo interculturale che porti fino alla scoperta del mistero dell’altro.
«Importante è la capacità di cogliere il cambiamento – afferma fratel Parise – lasciarsi coinvolgere e fare esperienza. Comboni scrisse che le opere di Dio nascono e crescono ai piedi della croce; oggi questa frase va espressa in modo da incontrare l’esperienza dei giovani, che hanno bisogno di senso e di prospettiva, devono essere spronati alla rinascita. Oggi per loro la croce sono le difficoltà, le cose che vanno male. Ma l’impegno poi li porta alla rinascita che deve essere condivisa».
Anche per i sacerdoti della Società missioni africane (Sma), società di vita apostolica, alla base del servizio c’è una dimensione di giustizia, pace e integrità. Si dedicano a predicare il Vangelo in Africa, una predicazione semplice che non dimentica però la “santa follia della croce”: «Il nostro fondatore, Melchior de Marion Brésillac – spiega padre Lionello Melchiori, il superiore della comunità di Feriole – disse che dalla croce nasce la vita e i nostri padri sono morti in Africa per far rifiorire la vita. Andiamo dove nessuno vuole recarsi. Stiamo con gli ultimi, nei posti più poveri, tanto in Africa, come ad esempio in Costa d’Avorio in un ospedale per ulcera tipica o con le popolazioni nella savana, quanto in Italia, nelle periferie delle città accanto a prostitute e spacciatori, nelle prigioni o con le donne emarginate».
Se il padre fondatore diceva di “andare altrove” una volta che la Chiesa africana era in grado di autoreggersi, ecco che oggi l’altrove è la ricerca di nuove povertà: nella nostra diocesi la Sma è a fianco dei migranti nelle basi di Cona, Conetta e Bagnoli con il Gruppo Rinascita seguito da padre Lorenzo Snider, ed è presente in quattro vicariati per animazione missionaria ordinaria (a Teolo, Selvazzano Dentro, Maserà e Abano Terme) e in uno per animazione straordinaria (quest'anno a Legnaro). L’andare altrove è anche cogliere nuove sfide e portare il carisma di servire l’Africa e gli africani; anche in luoghi insoliti, ma fertili e pronti ad accogliere lo spirito missionario: «Le scuole – afferma padre Lionello – sono oggi un luogo privilegiato dove fare animazione missionaria. È qui che incontriamo persone che non frequentano la chiesa, che riusciamo a vincere le diffidenze, a scardinare preconcetti e false notizie attraverso la conoscenza dell’Africa, un approccio all’ecumenismo e condividendo un modo di vivere la missione che è contatto con il migrante. Ci deve essere però anche un supporto dato dalla fede. Per questo proponiamo una Scuola di Parola a Feriole per dimostrare quanto la missione sia ancorata nella parola di Dio».