"Affondo". Per una comunità che educa alla vocazione
Una proposta itinerante, parrocchia per parrocchia. L'equipe dell'ufficio di pastorale per le vocazioni entra nelle comunità per testimoniare diverse chiamate. Protagonisti educatori, consigli pastorali ma anche tutti i parrocchiani, anche grazie a una mostra interattiva.
Aiutare la comunità che educa nell'aprirsi alla dimensione vocazionale. È partito quest’anno, dopo un periodo di riflessione, il progetto "Affondo”, ideato dal consiglio dell’ufficio vocazioni e già proposto a numerose parrocchie della diocesi di Padova.
«Il nostro obiettivo – spiega suor Elena Ongarato, che fa parte dell’équipe del progetto – è aprirci ad almeno quattro o cinque parrocchie ogni anno». I destinatari non sono i ragazzi, ma la “comunità educante”. «Ci rivolgiamo, dentro le parrocchie, agli educatori e agli operatori pastorali in genere. Pensiamo che ogni realtà della parrocchia abbia qualcosa da dire e qualcosa su cui riflettere nei riguardi dell’animazione vocazionale: ogni gruppo e ogni attività sono chiamate ad accompagnare la persona a scoprire il progetto che il Signore ha su di loro. In modi molto diversi, ciascuno con il suo ruolo, tutti contribuiscono all’accompagnamento vocazionale con l’accompagnamento educativo, spirituale ma anche solo con la testimonianza. È questo il centro».
Prima di tutto, il progetto "Affondo” vuole scardinare i miti che farebbero della pastorale vocazionale una sorta di “reclutamento di preti e suore” di taglio militare. «La vocazione riguarda tutti – osserva suor Elena – ciascuno di noi ha la sua vocazione che va messa in relazione con gli altri. Relazione è infatti una delle nostre parole chiave».
Le altre parole di “Affondo” sono domanda, decisione e dono: «La domanda è sempre “come posso essere felice?”. La vocazione poi implica una decisione da seguire, a cui dare forma. E infine la vocazione è un dono agli altri, alla Chiesa e anche a chi non è cristiano».
Il progetto "Affondo”, già sperimentato nelle parrocchie del Sacro Cuore a Padova e a San Giacomo di Monselice, comincia con un primo incontro con il consiglio pastorale, nel quale si presenta il progetto, si delineano le date e si inizia con un po’ di formazione sui temi vocazionali. Dal secondo incontro si fa sul serio: «Ci troviamo con la “comunità educante della parrocchia”, quindi catechisti ed educatori, animatori, rappresentanti dei gruppi, ai quali si aggiunge chi il parroco decide di incontrare. È un incontro esclusivamente formativo, utile a capire che cos’è la vocazione e come impostare attività con questo taglio a seconda delle diverse età dei ragazzi e dei giovani».
A seguito di questo momento formativo l’équipe del progetto si rende disponibile ad animare le messe di una domenica e a offrire la testimonianza di alcuni suoi componenti. Il tocco davvero unico è l’installazione in parrocchia, per una settimana, di una mostra interattiva sulla vocazione a partire dai cinque sensi. «Le parrocchie dove siamo stati si sono dimostrate molto contente, anche a seguito di un incontro di verifica che abbiamo fatto con loro». Prossima tappa di “Affondo” sarà sabato 28 e domenica 29 aprile a Campagna Lupia.