Valstagna-Fonzaso: avviato il cammino di iniziazione cristiana in vicariato
Come si stanno sviluppando i percorsi di iniziazione cristiana nel vicariato di Valstagna-Fonzaso, 62 chilometri di estensione e tante anime coinvolte. La voce della coordinatrice Lucia Negrello: "Servono occasioni per aiutarci a sperimentare, con il sapore della fraternità, le molteplici e variegate ricchezze che le comunità, anche se piccole, da sempre offrono"
Parlare di iniziazione cristiana nel nostro vicariato, che si estende per 62 chilometri, significa affrontare un argomento che presenta ancora significative contraddizioni. Se da un lato tutte le comunità hanno avviato questo nuovo cammino, dall’altro le modalità con le quali il tema viene affrontato sono disomogenee. Non in tutte le parrocchie è coinvolta l’intera comunità in questo percorso.
Se iniziare alla fede è offrire la possibilità, non solo ai ragazzi, ma alle famiglie principalmente, quindi alle comunità di avvicinarsi e maturare nella fede, va da sé che il compito anche educativo dell’annuncio non può essere affidato esclusivamente ai catechisti, ma tutte le figure educanti della comunità sono chiamate a dare il loro apporto per un’esperienza di fede che va rigenerata, riformulata e condivisa.
L’annuncio, la testimonianza e la celebrazione rischiano di essere, invece, momenti ancora scollegati. Anche se in questo quinquennio l’iniziazione cristiana è sempre stata considerata prioritaria in coordinamento vicariale, poi fatica a trovare riscontri fattivi nei consigli pastorali delle comunità. Necessitiamo di occasioni di discernimento per aiutarci a sperimentare, con il sapore della fraternità, le molteplici e variegate ricchezze che le comunità, anche se piccole, da sempre offrono.
Non mancano, è vero, esempi di collaborazione e condivisione del cammino tra alcuni attori della vita parrocchiale, come con la Caritas e i gruppi missionari, e momenti di interazione con l’Acr.
In questo nuovo percorso emergono anche resistenze di alcuni catechisti che faticano un po’ a passare da una “interpretazione scolastica” del catechismo alla concezione più ampia di iniziazione cristiana. Generare nuovi cristiani richiede, accanto ai momenti di presentazione di contenuti teorici e di trasmissione del vangelo, la proposta di una catechesi che divenga iniziazione alla fede, attraverso esperienze di fraternità, celebrazioni liturgiche, esercizi di carità. Questa impostazione richiede anche da parte dei catechisti la disponibilità a cambiare e ogni cambiamento porta tempi di attesa, entusiasmi, slanci, il desiderio di mettersi in gioco, la paura dell’ignoto.
Per quanto riguarda la risposta delle famiglie e in particolare dei genitori alla proposta dell’ic, pur non potendo certamente tacere le difficoltà che si registrano da parte di alcuni, assistiamo a una richiesta di significato che corrisponde a un bisogno nuovo di spiritualità che gli adulti manifestano con modalità loro e tempi diversi.
Sicuramente l’iniziazione cristiana ha il merito di andare all’essenziale dell’esperienza di fede, nel mantenere uniti i momenti dell’annuncio, celebrativi e testimoniali.
Questo aspetto è apprezzato dai genitori che avvertono il percorso proposto rispettoso dei loro vissuti e delle loro esperienze di fede.
Lucia Negrello
coordinatrice vicariale dei catechisti