«Siamo uomini sulla soglia». Diaconi permanenti tra ministero e matrimonio
In 260 diaconi permanenti provenienti da tutta la regione ecclesiastica Triveneto si sono ritrovati, in molti casi accompagnati dalle loro mogli, sabato 8 ottobre all'Opsa di Sarmeola. Ne è scaturita una preziosa riflessione sull'identità di una figura relativamente nuova nel panorama ecclesiale: ministro ordinati, che condividono con i laici la dimensione di mariti, padri e lavoratori. Ecco com'è andata.
Si è tenuto sabato 8 ottobre, all’Opera della provvidenza sant’Antonio di Sarmeola di Rubano, il secondo convegno ecclesiale delle comunità diaconali del Triveneto, cui hanno partecipato circa 260 diaconi, alcuni accompagnati anche dalla moglie.
Il tema della giornata era proprio il matrimonio e il diacono a servizio della chiesa: nella mattinata la relazione di don Giuseppe Como, docente di teologia spirituale e rettore dell’équipe per la formazione dei diaconi permanenti della diocesi di Milano, partendo dalla vita concreta per arrivare a una riflessione in ambito teologico-spirituale ha dato lo spunto ai lavori di gruppo che si sono tenuti nel pomeriggio.
La grazia dei due sacramenti
«Ciò che è emerso – afferma don Dino Bressan, coordinatore della commissione triveneta del diaconato – è la riaffermazione della propria identità diaconale e una presa di coscienza maggiore del dono e della ricchezza che il Signore ha fatto a queste persone nel duplice sacramento ricevuto. Durante il convegno ci si è chiesto come articolare questi due aspetti, il servizio diaconale e la vita matrimoniale.
La percezione emersa è che un diacono è un cristiano adulto e quindi deve vivere anche l’espressione adulta dell’essere sposo. Deve pensare da sposo la preghiera e il servizio che svolge. L’esperienza coniugale può arricchire il ministero diaconale, non è una antitesi o una sostituzione, ma una integrazione che accresce e feconda».
«Non ci deve essere contrapposizione – afferma Mario Cabras, diacono nella parrocchia di Perarolo di Vigonza, sposato con figli e tre nipotini – anche se i due aspetti hanno una loro sfera di autonomia. Ci vuole compenetrazione. Una famiglia aperta può manifestare questa inclinazione anche nei confronti del diaconato, così come lo dimostra in altri aspetti della vita. Ci vuole equilibrio fra i due sacramenti e continuità, ed è importante vivere nell’amore coniugale l’aspetto della carità proprio del diaconato».
Un ministero recente
Durante il convegno e il confronto fra i partecipanti, sono emerse anche alcune difficoltà del servizio, in particolare nel pomeriggio con la suddivisione nei lavori di gruppo. Nello specifico ci si è concentrati su problematiche che afferiscono alla vita di tutti i giorni e alla pastorale, ma anche sull’affermare un ministero di recente istituzione.
«Si è discusso – interviene Gianni Costantini, diacono della parrocchia del Duomo di Este, sposato con tre figli e nonno di quattro nipoti – dell’impegno personale e le difficoltà che si incontrano anche con i presbiteri, dovute proprio al fatto che la nostra è una figura nuova. Siamo uomini “sulla soglia”: siamo più vicini ai problemi delle persone, avendo un lavoro e una famiglia, possiamo quindi capire e sostenere alcuni bisogni della comunità. Ci identifichiamo perché portiamo la nostra esistenzialità anche sull’altare. Siamo un collegamento con l’assemblea, la nostra è una missione continua».
La testimonianza delle mogli
Anche le mogli hanno potuto portare la loro testimonianza: non è sempre facile infatti per le spose accettare questa scelta che è una vocazione personale. Proprio per questo è necessaria una stretta collaborazione e la voglia di intraprendere un percorso nel quale la famiglia stessa ha l’opportunità di maturare e di arricchirsi. Avendo sempre però ben presente che la vocazione è personale e la moglie non diventa una “diaconessa”. «Il ministero del diacono – conclude don Dino Bressan – deve essere sostenuto da una spiritualità molto forte, è una scelta di servizio e di fedeltà impegnativa nella quale i due sacramenti si integrano e arricchiscono in un processo continuo».