Romano Guardini verso gli altari

Il 16 dicembre scorso, nel Duomo di Nostra Signora di Monaco di Baviera, si è aperto ufficialmente il processo di beatificazione di don Romano Guardini, uno dei più grandi pensatori del Novecento, nato a Verona nel 1885 e morto a Monaco nel 1968. La causa è stata annunciata assieme a quella di Fritz Michael Gerlich, giornalista convertito, cattolico, morto a Dachau per aver precocemente annunciato la pericolosità di Hitler.

Romano Guardini verso gli altari

Il 16 dicembre scorso, nel Duomo di Nostra Signora di Monaco di Baviera, si è aperto ufficialmente il processo di beatificazione di don Romano Guardini, uno dei più grandi pensatori del Novecento, nato a Verona nel 1885 e morto a Monaco nel 1968. La causa è stata annunciata assieme a quella di Fritz Michael Gerlich, giornalista convertito, cattolico, morto a Dachau per aver precocemente annunciato la pericolosità di Hitler.

Alla messa pontificale presieduta dal card. Reinhard Max è seguita, il giorno dopo, una celebrazione presso la tomba di Guardini in Saint Ludwig, la chiesa in cui per molti anni egli celebrò per gli universitari: è stata la prima messa italiana presso quella tomba. Saint Ludwig sorge nella piazza dedicata ai fratelli Scholl, due protagonisti della Rosa Bianca, fra i pochi che si accorsero della menzogna di Hitler, anche se erano stati educati a onorarlo come dio.

Guardini era conosciuto in quel gruppo e i suoi scritti ne ispiravano i membri che, pur di diverse religioni, cercavano valori, verità, libertà, quello che Guardini aveva trasmesso al movimento giovanile del Quickborn nelle lunghe condivisioni al Castello di Rothenfels. Guardini è considerato difatti uno dei più grandi educatori, proprio per la sua esperienza con quei giovani che volevano liberarsi dalla falsità borghese e riscoprire il vero delle tradizioni: da qui Guardini fece risentire il senso del vivente concreto della liturgia.

Guardini fu anche un accademico presso l’Università di Berlino, dove curò, in una università protestante, la cattedra “innovativa” di Weltanschauung cattolica: la visione del mondo cattolica. I suoi corsi erano frequentatissimi ed egli trasmise uno sguardo capace di vedere il Cristo concretamente operante nella storia, Cristo liberatore attraverso il suo sacrificio. Questa è la cattolicità ecumenica di Guardini che colse come in ogni popolo, in ogni regione d’Europa (ma non solo, il suo sguardo giunse al Grande Oriente e in America) in ciò che li distingue, il senso religioso nell’arte, nei miti, nella poesia e letteratura; è la profondità propria solo dell’uomo, religiosità che pervade l’umano dalle più semplici alle più moderne forme espressive, dai primi manufatti fino alla conquiste della scienza e della tecnica; ora si tratta di portare tutto nella Rivelazione «che purifica e introduce l’umano nel suo contesto ideale» (cf La fine dell’epoca moderna). Significa che la forza del Cristo liberatore è tale da riuscire a riprendere, come un maestro l’orchestra, quel fondo umano religioso che il peccato originale ha manipolato e degradato, per cui può volgersi al bene come pure al male; vuol dire riportare l’uomo di fronte all’Assoluto, poiché l’agire umano ha la sua misura in ciò che è eterno, sciolto dalle vicissitudini della storia. E questo fu l’onore che Guardini riconobbe ai ragazzi della Rosa Bianca, quando l’Università di Monaco volle ricordare il loro eroismo.

È significativo che l’interesse per Guardini, dopo la sua morte, sia rimontato in Italia e in Germania in momenti paralleli: nel 1985, primo centenario della nascita, e dai primi anni 2000, a riprova che lo Spirito unisce.

Dal 2004 Italia e Germania lavorano insieme, grazie al gruppo di studio della biblioteca comunale di Isola Vicentina (lì risiede la famiglia Guardini) che ha promosso delle iniziative coinvolgendo gli studiosi tedeschi, specie la biografa ufficiale Hanna Barbara Gerl. Questa cooperazione si è estesa dal 2009 all’Issr Santa Maria di Monte Berico, attraverso la cattedra Romano Guardini, frequentata da un sempre maggior numero di persone interessate che lavorano sui testi di Guardini in forma di laboratorio.

È stato il lavoro congiunto fra il gruppo italiano e quello tedesco, la profonda comprensione reciproca che ha scaturito la forza necessaria a promuovere la causa di beatificazione. Ancora una volta lo Spirito in Romano Guardini agisce unendo popoli protagonisti della storia europea.

Giuliana Fabris
Centro studi Romano Guardini - Isola Vicentina 

Dall'11 al 15 luglio in viaggio nella sua Germania cinquant’anni dopo

Un viaggio nei luoghi di Romano Guardini, per approfondirne il pensiero, a cinquant’anni dalla scomparsa del sacerdote tedesco di origine italiana.

La proposta della Facoltà teologica del Triveneto, in collaborazione con Effatà tour, prenderà vita dall’11 al 15 luglio, con accompagnatori studiosi e conoscitori di Guardini, tra cui la biografa ufficiale Hanna- Barbara Gerl-Falkovitz.

Dopo la partenza da Verona, città Natale di Guardini, si toccheranno paesini come Mooshausen (sopra) – dove Guardini si rifugiò in piena seconda guerra mondiale dopo la soppressione della sua cattedra in Visione cattolica del mondo a Berlino – e città come Magonza – dove divenne sacerdote – Friburgo e Tubinga, per approfondire il rapporto tra Guardini e la filosofia. Al rientro, visita a Isola Vicentina, dove vive oggi la famiglia Guardini.
Info su www.fttr.it

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