Quattro nuovi diaconi permanenti a 30 anni dalle prime ordinazioni
Con l’ordinazione di sabato 28 i diaconi permanenti che esercitano il loro ministero nella nostra diocesi saranno 55. Anche se quest’anno ricorre il 30° anniversario dalle prime ordinazioni, al tempo stesso possiamo dire che questa figura è ancora nuova per tante comunità parrocchiali. Le loro storie aiutano a comprenderla meglio.
Siro Zavagnin, 48 anni, proviene dalla comunità di Carbonara di Rovolon (up di Bastia-Carbonara-Rovolon).
È sposato con Annalisa, ha tre figli e da diversi anni è insegnante di religione nella scuola secondaria di primo grado presso l’istituto comprensivo di Cervarese Santa Croce.
«La mia vita continuerà come prima – spiega Zavagnin – nello svolgimento della professione e soprattutto, in quanto diacono coniugato, nel continuare a essere sposo e padre. Per altri aspetti sarà un nuovo inizio, perché lo stato diaconale la renderà qualitativamente nuova e inedita. Credo che la responsabilità maggiore sia quella di diventare, verso tutti coloro che incontrerò nelle pieghe della vita quotidiana, segno e strumento dell’amore di Cristo».
Anche per Stefano Bertocco, 52 anni, impiegato di Bagnoli di Sopra, punto di partenza della chiamata al diaconato è stato il desiderio interiore di orientare la propria vita al servizio dei fratelli.
«Provo gioia nel poter mettere la mia persona a servizio di Cristo e della chiesa – afferma Bertocco, che non è sposato – Sento che per la mia vita il ministero è un farsi vicino del Signore che mi chiede di abbandonare sempre più me stesso per lasciarmi guidare da Lui».
«Non ho tutto chiaro, ma la sequela di Cristo richiede di andare oltre l’esigenza di comprendere tutto. Sono grato alle persone che in questi anni mi hanno accompagnato nella crescita umana e spirituale».
Il diacono permanente, risorsa che la chiesa ha riscoperto grazie al concilio Vaticano II, partecipa al ministero del vescovo con l’autorità e la grazia di un ministro ordinato e, allo stesso tempo, con l’esperienza e l’efficacia di un uomo che esercita una professione e, generalmente, ha una famiglia.
Tiziano Lando, 60 anni, di Rossano Veneto, è sposato con Valeria e ha quattro figli. Di professione fa il muratore.
«Fin da ragazzo ho frequentato la mia parrocchia racconta Lando – mettendomi sempre a disposizione. Ho iniziato il cammino di discernimento verso il diaconato circa dieci anni fa e c’è stata una lenta presa di consapevolezza di questa chiamata. Non sono mancate le domande e le preoccupazioni, anche nella vita di coppia, ma il confronto con i diaconi sposati nella comunità dei diaconi permanenti è stato importante».
Mauro Franceschini, 58 anni, di Cazzago di Pianiga (Venezia), sposato con Giannina, ha due figlie e lavora come impiegato amministrativo.
«Da giovane mi ero allontanato dalla chiesa – confida Franceschini – grazie a mia moglie mi sono inserito nuovamente, riprendendo la partecipazione alla vita ecclesiale. È cresciuto in me il desiderio di approfondire la Scrittura e frequentando la scuola di formazione teologica per laici ho conosciuto la figura del diaconato permanente, che poi mi è stata riproposta dal parroco. In questo periodo penso l’ordinazione come un evento più grande di me, che non ho cercato, ma che mi chiede di fidarmi».