Prima le mamme e i bambini, per il Cuamm è tempo di bilanci
In cinque anni di lavoro, che ha coinvolto enti locali, fondazioni bancarie, sanità pubblica, università e tanti cittadini e volontari, Medici con l’Africa Cuamm ha operato concretamente nei paesi più poveri del continente per garantire a 125 mila madri un parto sicuro. I risultati e le prospettive future in un incontro il 5 novembre al gran teatro Geox di Padova a cui parteciperanno il presidente della repubblica Mattarella e il segretario di stato vaticano Parolin.
L’obiettivo era ambizioso: aiutare 125 mila donne a diventare madri.
Il costo era impegnativo, circa 5 milioni di euro. L’ambito di lavoro difficile, lontano; basti pensare che in una realtà come il Sud Sudan vi è un’ostetrica ogni 20 mila neonati; un parto, lì, nell’Africa talora più dimenticata, costa mediamente 40 euro: poco, ma spesso neppure questa cifra, per noi modesta, è disponibile.
Per questo, cinque anni or sono, Medici con l’Africa Cuamm ha voluto investire cuore e risorse in un progetto forte e puntuale, “Prima le mamme e i bambini”, che aveva proprio lo scopo di dare la possibilità alle donne di partorire in sicurezza sanitaria.
Un lavoro duro, infaticabile, frutto tra l’altro di una collaborazione allargata tra vari soggetti, dagli enti locali, alle fondazioni bancarie, alla sanità pubblica, dall’università a una lunghissima fila di cittadini, di gruppi, di volontari, di “benefattori” di vario genere ed estrazione. Il Cuamm è una spazio aperto, in cui gli unici vincoli paiono veramente essere quelli della buona volontà e della disponibilità.
Un bilancio del progetto sarà proposto, il prossimo 5 novembre, alla presenza del capo dello stato, Sergio Mattarella, quando il Cuamm presenterà i “conti” (non essenzialmente economici) del suo impegno appena concluso e le prospettive future.
Alla presentazione dell’evento, hanno voluto partecipare alcuni tra i protagonisti più significativi, dal sindaco, al rettore, dal presidente di Cariparo Antonio Finotti, a Daniele Donato dell’azienda ospedaliera.
«Il Cuamm – ha detto il vescovo, Claudio Cipolla – è un patrimonio prezioso per la nostra comunità; la testimonianza concreta di una chiesa locale che sta in frontiera, che è estroversa; che tende a includere tutto coloro che si sentono disponibili a condividere un progetto».
Il profilo della mattinata, sabato 5 novembre dalle 11 alle 12.30 al teatro Geox a Padova, è alto, vista la qualità degli interventi e degli ospiti.
L’incontro sarà condotto da Piero Badaloni, giornalista televisivo; dopo una prima parte dedicata ai saluti istituzionali (il sindaco Massimo Bitonci, il vescovo Claudio Cipolla, il rettore Rosario Rizzuto, il presidente della regione Luca Zaia), spazio agli obiettivi raggiunti in cinque anni di impegno per le mamme e i bambini dell’Africa, con il contributo di Fabio Manetti, responsabile dei progetti del Cuamm, Anna Berti, pediatra, Magdalen Awor, ostetrica; quindi una sguardo al futuro, con “la sfida che vogliamo raccogliere”, e gli interventi di Giovanni Putolo, responsabile programmazione, e del direttore del Cuamm, don Dante Carraro.
Il ruolo dell’Italia sarà evidenziato nel corso di un’intervista condotta da Mario Calabresi, direttore de La Repubblica, a Paolo Gentiloni, ministro degli esteri; mentre il ruolo della chiesa sarà il tema affrontato dal segretario di stato vaticano, Pietro Parolin. L’”impegno degli amici” sarà il tema centrale affidato a Romano Prodi, presidente della fondazione per la collaborazione tra i popoli; la mattinata proseguirà con una serie di interviste, sempre di Mario Calabresi, a giovani impegnati nell’ambito del sostegno all’Africa. Conclusioni del presidente della repubblica, Sergio Mattarella.