Note di Natale dal mondo al Tempio della Pace
Cori da tutto il mondo e di varie confessioni in attesa del Natale. Domenica 11 dicembre, alle 15, al Tempio della Pace, si svolge la quinta edizione di “Note di Natale – da tutto il mondo”, iniziativa ecumenica della Pastorale diocesana dei Migranti. Insieme per le radici di ciò che unisce.
Ortodossi, anglicani, evangelici e cattolici di ogni colore e nazionalità insieme, per aspettare il Natale con canzoni da tutto il mondo.
Si terrà domenica 11 dicembre, alle 15, al Tempio della Pace, la quinta edizione di “Note di Natale – da tutto il mondo”, iniziativa ecumenica della Pastorale diocesana dei Migranti.
Prevista la partecipazione delle comunità cattoliche, ortodosse, anglicane ed evangeliche e l’esibizione di cori italiani, romeni, filippini, ucraini, polacchi, africani, cinesi, srilankesi, indiani, croati e sudamericani.
«Questa manifestazione – osserva il direttore dell’ufficio della Pastorale dei Migranti don Elia Ferro – ci ricorda che gli immigrati tra noi non sono solo l’oggetto della nostra accoglienza, non hanno solo da chiedere, ma anche molto da dare».
La manifestazione “Note di Natale”, tappa nel cammino verso la celebrazione della giornata mondiale delle migrazioni del 15 gennaio – che conterrà, il 6 gennaio, al Tempio della Pace, la “Festa delle Genti” con il vescovo Claudio – vuole essere un assaggio di un modo più semplice ma autentico di guardare all’ecumenismo: l’ecumenismo della vita.
«Eravamo abituati a conoscere gli anglicani, gli ortodossi, i protestanti e i luterani come persone distanti, con cui confrontarsi solo alla Tv o leggendo i giornali. Ora, invece, sono i nostri vicini di casa: adesso ci accorgiamo che non solo si può convivere, ma si può vivere insieme e insieme esprimere la propria fede».
Don Elia ricorda un momento molto concreto, vissuto nel 2012 in occasione della prima “Note di Natale”
«Ci siamo accorti improvvisamente come l’”Adeste Fideles”, il nostro “Venite Fedeli”, sia un canto conosciuto da tutti e cantato da tutti. È infatti un inno latino che precede le divisioni e le separazioni che la Chiesa ha conosciuto nei secoli. Allora, oggi, è proprio un “ecumenismo della vita”, fatto di relazioni che si stabiliscono e che contribuiscono a far crescere anche l’ecumenismo della spiritualità, dei concetti e delle dottrine, che ci fa camminare insieme, anche con i canti, verso Cristo che nasce».