Maria, protagonista del Giugno antoniano 2017.
Le proposte di fede e d’arte organizzate in occasione del 13 giugno gravitano quest’anno attorno alla Madonna. Il nuovo rettore della basilica, padre Oliviero Svanera, punta anche sulla famiglia e sui giovani come temi pastorali urgenti e qualificanti del suo mandato. Questa settimana un inserto allegato alla Difesa con tutte le celebrazioni e gli appuntamenti artistici in occasione della festa del 13 giugno.
Due centenari significativi motivano la “dedicazione” del Giugno antoniano 2017, che ogni anno cerca di entrare in consonanza con momenti significativi della chiesa, alla Madonna. Se l’anno scorso il leit motiv era la Misericordia, quest’anno la scelta mariana è ispirata dal doppio centenario delle apparizioni di Fatima e della fondazione della Milizia dell’Immacolata, voluta da san Massimiliano Kolbe che aspirava a dedicare il mondo intero alla Vergine.
«Ci è sembrato interessante questo filone mariano – spiega padre Oliviero Svanera, che partecipa al suo primo Giugno come rettore della basilica, dopo la scomparsa di padre Enzo Poiana – perché coniuga fede, cultura, arte con delle manifestazioni che permettono di leggere la proposta antoniana attraverso percorsi di bellezza, di riflessione, di celebrazione. Dalla Via marialis alla lauda a Maria vengono organizzate molteplici iniziative che permettono di scoprire aspetti poco noti della basilica, ma anche della città.
Chi conosce la tradizione francescana sa quanto è importante il culto alla Madonna, basti pensare al dogma dell’Immacolata. Ma se andiamo direttamente ai nostri santi: san Francesco ha scelto Santa Maria degli Angeli come luogo centrale del carisma francescano e lui stesso ha voluto essere portato lì quando ha sentito vicina la morte. Se guardiamo a sant’Antonio, la tradizione colloca al 15 agosto la sua nascita (san Massimiliano Kolbe muore il 14 agosto) e in fin di vita chiede di ascoltare l’inno a Maria da lui prediletto, O gloriosa Domina. Ha dedicato sermoni e preghiere a Maria. Se guardiamo poi la basilica, sono un centinaio tra pitture e sculture le immagini riferite a Maria tra l’interno e i chiostri: un patrimonio di raffigurazioni che dicono una devozione particolare. C’è un afflato verso Maria che il francescanesimo, guardando ai suoi santi fondatori, ha costantemente trasmesso».
In contiguità con quello mariano anche la famiglia è tema antoniano per eccellenza: «Basta solo guardare ai miracoli raccontati attorno all’arca del Santo, ci si accorge che sono in gran parte legati ai protagonisti della famiglia: un bambino, una moglie, un marito, un genitore, un figlio. Mi sarà facile continuare e potenziare quindi quest’attenzione costante della pastorale di padre Enzo. Pensiamo alla celebrazione della prima domenica di febbraio, in concomitanza con la giornata della vita, con grande presenza di coppie che chiedono l’arrivo di un figlio. Da quest’anno ho aggiunto un nuovo appuntamento, la domenica dopo Pasqua, che vorrei diventasse una tradizione, contattando le associazioni di genitori che hanno perso un figlio, per incidenti, disgrazie, che ho sentito veramente recettive e meravigliate dell’attenzione. Vogliamo annunciare loro la speranza cristiana che non abbiano perso i loro figli, ma che la loro vita sia trasformata restando in comunione. Ho in mente anche un altra scadenza celebrativa, visto che la basilica si presta a questo, che riguarda i nonni, a ottobre. L’orizzonte complessivo è di un’attenzione al vissuto perché è lì che la fede trova l’humus fertile per la Parola».
Ancora in tema di famiglia, padre Svanera intende poi mettere a frutto da rettore la sua esperienza di attenzione alle famiglie ferite, quelle in cui le relazioni sponsali e genitoriali si fanno faticose, e alle coppie segnate da un fallimento matrimoniale, dalla separazione e dal divorzio.
«Nel sacramento della riconciliazione spesso si confessano i problemi più che i peccati, è luogo di ascolto, di prima accoglienza e discernimento, ma non può essere stravolto nel suo significato, ha bisogno di essere affiancato da figure e percorsi adeguati, rimandando a una ulteriore forma di accompagnamento spirituale. La famiglia, primo luogo di gioie e fatiche, drammi e letizie, diventa un laboratorio in cui inserire una Parola di speranza, di senso».
Un altro tema pastorale importante, che padre Svanera sente di dover affrontare è quello dei giovani, in consonanza con papa Francesco, la provincia religiosa, la diocesi: «La basilica intercetta tanti giovani, anche attraverso il web. Padova è una città universitaria e quindi ci sono tanti studenti che in qualche modo vengono qui, per molteplici ragioni: i sacramenti, l’arte, la curiosità. Dovremo trovare un modo efficace per incontrarli».