La bioetica in parrocchia. Mandria e Voltabrusegana a confronto con gli esperti
Si svolgerà a febbraio il ciclo di incontri “Inizio-fine vita”, organizzato dalle parrocchie di Mandria e Voltabrusegana in collaborazione con l’Oic. Il primo incontro, giovedì 8, sarà tenuto da don Renzo Pegoraro, direttore scientifico della fondazione Lanza e cancelliere della Pontificia accademia per la vita.
La nascita e la morte, la sofferenza e la malattia.
Argomenti il cui significato, nella nostra società, è profondamente cambiato. A questi temi le parrocchie di Mandria e Voltabrusegana, in collaborazione con la Fondazione Oic, hanno dedicato il ciclo di incontri “Inizio-fine vita”, che si svolgeranno nel mese di febbraio, di giovedì, alle 20.45, nella residenza Santa Chiara dell’Oic.
«L’iniziativa si inserisce nell’ambito della missione interparrocchiale – dice don Lorenzo Voltolin, parroco delle due comunità – avviata in cinque ambiti pastorali. Si sono formate delle équipe di lavoro per ciascun ambito e in quello della carità si è pensato a un percorso che approfondisca temi di bioetica. Ne parleremo anche tenendo conto delle nuove sensibilità portate dalle grandi religioni. È significativo che gli incontri si svolgano all’Oic. Il programma è stato definito con l’aiuto della Fondazione Lanza».
Il programma
Il primo incontro, giovedì 8, sarà infatti tenuto da don Renzo Pegoraro, direttore scientifico della fondazione e cancelliere della Pontificia accademia per la vita, che inquadrerà culturalmente l’argomento.
La domenica successiva, giornata mondiale del malato, nelle chiese di Mandria e Voltabrusegana ci sarà l’unzione dei malati.
Il 15 febbraio Michele Visentin, educatore e formatore, parlerà delle nuove sfide dell’inizio vita e il 22 il professor Valter Giantin, docente di geriatria e bioetica, interverrà su “L’uomo d’oggi di fronte alla vita. Interrogativi e contraddizioni”.
Gli incontri saranno conclusi il 1° marzo da Francesca Marin, docente di filosofia morale, con un incontro dedicato alle religioni e al senso del nascere, vivere, soffrire e morire.
Gli appuntamenti si rivolgono alle famiglie che hanno in casa una persona malata o sofferente, agli operatori sanitari, ai genitori dei bambini. Ma più in generale a tutti i cristiani. «Perché tutti – dice don Lorenzo – abbiamo il bisogno di illuminare la nostra coscienza».