Il saluto di Arsiè alle “sue” suore
Dopo 110 anni di "presenza misericordiosa" nella conca bellunese, domenica scorsa l'unità pastorale di Arsiè si è accommiatata delle Sorelle della misericordia di Verona che hanno chiuso «con il cuore addolorato» la comunità arsedese. Il saluto accorato di don Sergio Bartolomiello (in paese da 64 anni) e la storia della presenza delle religiose e delle loro opere [nella foto con l'attuale parroco moderatore don Alberto Peron].
«Oggi comprendo e condivido i sentimenti della attuale superiora generale madre Maria Visentin che “con il cuore addolorato” ha preso la decisione, con il consiglio generale, di chiudere la comunità di Arsiè».
È toccato a don Sergio Bartolomiello prendere penna e calamaio e salutare, parola dopo parola, le Sorelle della misericordia di Verona, che dopo 110 anni di preziosa presenza, lasciano la conca bellunese.
Il saluto
Chi meglio di don Sergio, già parroco e ad Arsiè dal 1952, poteva rivolgere righe più sentite alle religiose che già nel 1996 avevano preso la «decisione sofferta» di «ritirare la comunità religiosa operante nella casa di riposo e nella scuola materna di Arsiè». Sono state molte le persone che hanno espresso «partecipazione e solidarietà al nostro dolore di persone amiche e conoscenti – ma, scrive l’anziano sacerdote – il sentimento che prevale, però, in questa circostanza è la nostra comune profonda riconoscenza alla numerosa schiera di suore che per ben 110 anni sono state “presenza di misericordia” in Arsiè per i piccoli, per le ragazze e per gli anziani, specialmente per i più bisognosi».
La storia
È l’11 dicembre 1906 quando inizia la lunga storia delle Sorelle della misericordia ad Arsiè, interrotta solo dall’invasione austriaca del 1917-18. Le tre religiose che componevano quella prima comunità si dedicano immediatamente all’“asilo infantile” – aperto grazie all’acquisto delle vecchie scuole comunali da parte della signora Fortunata Padovan – e alla “scuola di lavoro femminile”. Nel 1913 viene inaugurata la “Scuola merletti: punto Venezia e Burano” di cui fu direttrice e maestra per 34 anni l’«impareggiabile» suor Giangabriella Righetti. Negli anni Venti la scuola conquista importanti riconoscimenti a livello nazionale.
Fin da subito le sorelle sono accanto ad anziani e malati. La “Pia casa di ricovero San Giuseppe” nasce ufficialmente nel 1928. La prima forma di assistenza, di cui è iniziatore il dottor Riva, sostiene in particolar modo ammalati e gestanti delle frazioni più lontane e disagiate. Dal 1947, con don Francesco Pizzolotto, l’edificio della casa di riposo viene ampliato e attrezzato, fino al 1985, con la nascita dell’associazione C.a.s.a (Centro attività sociali assistenziali San Giuseppe). Dal 2012, le religiose si sono occupate dell’assistenza spirituale nella casa di riposo, dell’animazione liturgica e della comunione agli ammalati.
La gratitudine di Arsiè è anche per le otto giovani che dagli anni ‘60 hanno trovato la loro vocazione religiosa proprio nelle Sorelle della misericordia. E ora, la preghiera è perché «il bene che le sorelle hanno potuto compiere possa continuare attraverso altre persone cristianamente impegnate a testimoniare la carità».